“Gaucho Americano” del cileno Nicolás Molina Genziana d’Oro Miglior Film al 70. Trento Film Festival

Pubblicata il 07/05/2022

Molina racconta la vita dei suoi connazionali emigrati per lavorare in un ranch tra gli spettacolari paesaggi dell’Idaho, dove impareranno cosa significa essere stranieri.

La Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna – Premio Cai al film cinese Dark Red Forest; la Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura – Premio “Città di Bolzano” a La panthère des neiges; le Genziane d’argento Miglior contributo tecnico-artistico a Akeji, le souffle de la montagne e Miglior cortometraggio al basco Heltzear.
Premio della Giuria a Lassù di Bartolomeo Pampaloni.


Il Gran Premio vola oltre Oceano e va a un regista cileno che ha girato il suo film nelle montagne dell’Idaho: la Giuria internazionale di questo 70. Trento Film Festival ha assegnato infatti al film Gaucho Americano di Nicolás Molina la prestigiosa Genziana d’oro Miglior film – Gran Premio “Città di Trento”. Ambientato nel vasto e aspro paesaggio del West americano, il film segue Joaquín e Victor, entrambi gauchos della Patagonia, assunti come allevatori di pecore per lavorare in un ranch, mostrando la complessità del vivere in una terra straniera. «In questa tenera, ironica e particolarmente onesta interpretazione del mito del cowboy, rivisto attraverso gli occhi di due gauchos della Patagonia, le culture si scontrano e tutti sognano una vita migliore. Il regista Nicolás Molina – anche direttore della fotografia – descrive magnificamente le difficoltà quotidiane dei due protagonisti, dimostrando quale prezzo ha per alcuni il “sogno americano”», si legge nella motivazione della Giuria.

«Ambientato in montagne lontane, Gaucho Americano racconta però una storia a noi tutti familiare» spiega il presidente Mauro Leveghi. «In Joaquín e Victor rivediamo i nostri nonni emigrati in Sudamerica o nel Nord Europa per cercare una vita migliore, ma anche le tante donne e i tanti uomini che arrivano in Trentino, stagione dopo stagione, per lavorare nella raccolta delle mele, nella zootecnia, nel turismo: coi loro sogni, che dovremmo essere in grado di esaudire, e con le loro fatiche, che è nostro dovere mitigare. L’incontro tra culture differenti può essere faticoso, ma va affrontato con impegno e con la giusta dose di curiosità, partendo dalla normalità della vita quotidiana».

Si aggiudica la Genziana d’oro Miglior film di alpinismo, popolazioni e vita di montagna – Premio del Club alpino italiano Dark Red Forest di Jin Huaqing (Cina/2021/83′): splendore visivo e indagine spirituale si uniscono nelle immagini di un monastero su un altopiano innevato in Tibet, dove 20.000 monache buddiste vivono circondate da una natura aspra e isolate dal mondo. «La Giuria ha assegnato il premio per la sincerità e intimità con la quale il film guarda alla vita di un gruppo di monache tibetane, che affrontano l’ambiente montano alla ricerca dell’illuminazione. Utilizzando al meglio le potenzialità cinematografiche del tempo e della presenza, il regista invita il pubblico in uno spazio profondo di fede e ricerca spirituale», ha scritto la Giuria.

«Jin Huaqing con il suo film ci porta in un ambiente naturale e di vita interiore straordinari. L’opera, mostrandoci la ricerca spirituale di una comunità di monache tibetane invita alla riflessione sulla montagna e sul rapporto con essa, un rapporto fatto di intima comunione con l’ambiente», ha dichiarato il presidente generale del Cai – Club alpino italiano, Vincenzo Torti.

La Genziana d’oro Miglior film di esplorazione o avventura – Premio “Città di Bolzano” è andata a La panthère des neiges di Marie Amiguet (Francia/2021/92′), che ha portato il pubblico sull’altopiano tibetano, uno degli ultimi santuari del mondo selvaggio, dove la ricerca del leggendario leopardo delle nevi si trasforma in celebrazione del pianeta. Questa la motivazione: «La Giuria ha premiato questo film per la qualità e la bellezza delle immagini raccolte durante un viaggio in Tibet in cerca del leopardo delle nevi. Un viaggio nel quale lo spettatore può immergersi nella natura più selvaggia e sperimentare intimamente la pace e la purezza del luogo».

La Genziana d’argento – Miglior contributo tecnico – artistico è stata assegnata a Akeji, le souffle de la montagne di Corentin Leconte e Mélanie Schaan (Francia/2020/72′), filmato nel Giappone più tradizionale e spirituale, con protagonisti un anziano pittore e la moglie erborista, che vivono nel loro eremo in totale armonia con la natura. «La Giuria è rimasta colpita da questo poetico ritratto di un artista e sua moglie, e dal modo in cui unisce le dimensioni spirituale e artistica della loro vita in montagna. Seguendo il ritmo delle stagioni, il film intreccia elementi ed aspetti della natura, dell’arte e della routine quotidiana in un potente montaggio che esalta la profondità delle loro vite», si legge nella motivazione.

La Genziana d’argento – Miglior cortometraggio è andata a Heltzear di Mikel Gurrea (Spagna/2021/17′), ambientato a San Sebastián nel 2000, nel pieno del conflitto basco: Sara, una ragazza di quindici anni che ama arrampicare, scrive una lettera alla madre lontana mentre si allena per la scalata più difficile della sua vita. «Mikel Gurrea unisce le incertezze dell’adolescenza, l’instabilità politica e un penetrante senso di perdita in questa complessa e coinvolgente storia di una giovane scalatrice impegnata nella preparazione della sua più grande sfida. Mentre impara a superare i limiti del proprio corpo, la protagonista riesce finalmente a dire addio al suo passato», ha scritto la Giuria.

Il Premio della Giuria è stato assegnato infine a Lassù di Bartolomeo Pampaloni (Italia, Francia/2022/81′): la storia del muratore siciliano Nino, che folgorato dalla fede si è ritirato sul Monte Gallo, vicino Palermo, trasformandosi in profeta e convertendo un vecchio osservatorio in tempio. «Il Premio Speciale della Giuria del Trento Film Festival va a un film che racconta un grandissima impresa in solitaria: Isravele non è un alpinista ma la sua scalata ha come obbiettivo addirittura il cielo! Il regista di Lassù, Bartolomeo Pampaloni, ha il coraggio di unirsi alla spedizione e di partire, ma, ed è ciò che più conta, dimostra anche di sapersi fermare alla quota giusta», ha voluto sottolineare la Giuria.

«Non potevamo festeggiare in modo migliore questo settantesimo anniversario», commenta la direttrice della rassegna, Luana Bisesti. «Avevamo bisogno di rivedere in faccia il nostro pubblico e il pubblico ha dimostrato di avere una grandissima voglia di respirare cultura, affollando il Teatro Sociale, il padiglione di MontagnaLibri, il Parco dei Mestieri e tornando a riempire le sale cinematografiche come non accadeva ormai da due anni. La mostra “Scalare il tempo”, allestita a Le Gallerie di Piedicastello grazie alla collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino, racconta il legame tra il Festival e la città, costruito in 70 anni di storia: oggi possiamo dire con orgoglio che quest’anno abbiamo scritto un’altra pagina di questa bellissima storia».

«La vigilia del Festival è stata segnata dalla preoccupazione per l’affluenza al cinema, in drammatico calo. Fortunatamente, fin da Italia K2 al Teatro Sociale e dalle affollate proiezioni del primo weekend, la tensione si è trasformata in entusiasmo, nel riconoscere nel pubblico lo stesso piacere di ritrovarsi in sala, e subito dopo per scambiare commenti e impressioni» chiude Sergio Fant, responsabile del programma cinematografico. «La giuria ha assegnato le Genziane ai film vincitori, ma un premio specialissimo andrebbe anche al nostro pubblico, più numeroso di quanto osavamo sperare, curioso e attento come sempre, che forse si è reso ancor più conto del valore condiviso del festival: da qui ripartiremo per la 71. edizione».