Krzysztof Wielicki racconta il suo grande amore: l’alpinismo

Pubblicata il 02/05/2019

Oggi il grande alpinista polacco ha presentato – in anteprima al Trento Film Festival – la sua autobiografia, edita da Hoepli


Oggi la sala della Sosat di Trento era gremita di persone: Krzysztof Wielicki, in anteprima al Trento Film Festival, ha presentato la sua autobiografia “La mia scelta. Vita e imprese di una leggenda dell’alpinismo polacco”, edita da Hoepli e curato da Piotr Drozd, Luca Calvi e Marco Albino Ferrari (gli ultimi due presenti all’incontro).

Quando Luca Calvi ha chiesto a Wielicki come avesse fatto a salire un 8000 in giornata, l’alpinista ha risposto: «Beh, è stato facile! Semplicemente quel giorno non avevo niente da fare!». Con grande ironia e umiltà, l’uomo che sicuramente ha alzato l’asticella dei passi fatti nell’alpinismo si è raccontato a 360 gradi. Parlando della genesi dell’opera, l’alpinista, scherzando e facendo sorridere tutto il pubblico presente in sala, ha espresso la sua iniziale perplessità nell’acconsentire alla stesura di un testo che parlasse esclusivamente di lui. Eppure, alla fine, si è lasciato convincere, e per fortuna! Questo libro, infatti, dà l’opportunità a chi lo legge di visitare “i dietro le quinte” di un mondo tanto affascinante quanto rischioso come quello dell’alpinismo.

L’opera si inserisce perfettamente nel filone della letteratura di montagna e, oltre a riportare le avventure sia umane che sportive dell’incredibile alpinista, racconta anche il bagaglio immenso di sofferenze che, purtroppo, la pratica alpinistica comporta. Wielicki, infatti, durante l’incontro ha precisato che «l’alpinismo è una passione pericolosa, per cui si può anche morire. Ho incontrato tante persone in montagna che, dopo aver vissuto situazioni traumatiche, hanno deciso di smettere, per me sarebbe impossibile farlo. Ho avuto molta fortuna, ma ho anche fatto tanta esperienza. Penso che nell’alpinismo la relazione tra esperienza e fortuna sia fondamentale». Una passione che per lui è nata quasi per caso: «Dovevo decidere che cosa fare: lavorare o scalare. Ho lasciato il lavoro. Quando mia moglie mi ha chiesto quali fossero quindi le mie intenzioni, le ho risposto che ci avrei pensato. Eravamo incoscienti, ma quello è stato il periodo più bello della mia vita».

Esperienza, rischio e avventura: queste sono le parole giuste per riassumere il libro su Krzysztof Wielicki, un uomo che, scalando le vette più alte del mondo, ha riscritto la storia dell’alpinismo.

Testo di Karin Piffer

Foto di Elisa Paoli