«Un Paese ricco, complesso e molto più simile all'Italia di quello che pensiamo»: Mohammed Al Alchaari racconta il Marocco di oggi
Pubblicata il 01/05/2019
Al Palazzo Roccabruna un intenso dialogo tra il direttore dell’Atlante delle Guerre, Raffaele Crocco, e lo scrittore ed ex Ministro della Cultura del Marocco Mohammed Al Alchaari
«Il nuovo pay off del Trento Film Festival è “Montagne e Culture”, due sostantivi al plurale perché le montagne sono plurali e le culture sono plurali. In quanto tali, vanno entrambe tutelate e valorizzate in tutta la loro ricchezza»: è con queste parole che il presidente del festival Mauro Leveghi ha dato il benvenuto a Mohammed Al Alchaari, ospite a Palazzo Roccabruna di un intenso dialogo con il direttore dell’Atlante delle Guerre, Raffaele Crocco, aiutato dalla puntuale traduzione della giovane studentessa trentina Safà El Koura.
Giornalista, scrittore, uomo politico e Ministro della Cultura dal 2002 al 2007, Mohammed Al Alchaari ha un passato da prigioniero politico e non ha mai smesso di battersi per una modernizzazione in senso laico del suo Paese, il Marocco, che quest’anno è ospite del festival. «Occorre andare oltre agli stereotipi: il Marocco non è solo deserto, cous cous e tajine – ha esortato Al Alchaari – è ricchezza, multiculturalità e varietà di paesaggio». Con la catena montuosa dell’Atlante, infatti, le cime del Marocco superano i 4000 mt di altitudine, rendendo il Paese una meta non solo di turisti e viaggiatori, ma anche di alpinisti e appassionati di sport. Una catena montuosa geologicamente molto vicina alle nostre: Europa e Africa sono due continenti accomunati non solo dal mar Mediterraneo, ma anche dalle montagne.
L’incontro ha condotto tra le mille sfaccettature del paese nordafricano che, con i suoi 33 milioni di abitanti, è caratterizzato da una grandissima varietà di lingue, culture ed etnie. «Una multiculturalità preziosa che – ha continuato l’ex Ministro della Cultura – va conosciuta e preservata per far sì che il Marocco resti il paese che conosciamo».
In quanto ponte naturale verso l’Europa, il Marocco è scenario di continue migrazioni e spostamenti accolti con una forte propensione all’ospitalità. Di fronte alla crescente chiusura dei Paesi europei, diventa fondamentale favorire lo scambio interculturale: la letteratura può farsi strumento di conoscenza e analisi critica, è quindi necessario aumentare la traduzione di opere straniere troppo spesso trascurate. La letteratura marocchina è ricca, ad alta presenza femminile e potrebbe costituire un via di conoscenza e dialogo tra cultura europea e cultura araba. Con undici raccolte di poesie, Mohammed Al Alchaari è considerato tra le voci poetiche più importanti del Marocco ed è stato vincitore dell’Arabic Booker, il più importante premio letterario del mondo arabo. «Le montagne sono simbolo di unione e non di divisione – ha concluso Al Alchaari – e la montagna più importante di tutte è quella della cultura, che avvicina ogni Paese del mondo».
Testo di Valeria Marchiori
Foto di Elisa Paoli