Gianpaolo Vajenti cresce tra lastre, negativi, acidi e bacinelle nello studio del padre Carlo, apprendendo le tecniche dello sviluppo e della stampa fotografica.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, lo studio di famiglia viene in parte distrutto dal terribile bombardamento aereo del 14 maggio 1944.
In quegli anni, Gianpaolo si avvicina anche al mondo del cinema.

Nel 1948 realizza un documentario sul Teatro Olimpico, che era da poco tornato alla sua sede originaria dopo essere stato trasferito altrove per preservarlo dai rischi bellici; il documentario, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, viene premiato con il Leone d’Argento.

Negli anni Cinquanta Gianpaolo decide di rivolgere i suoi interessi professionali al settore della fotografia industriale e commerciale, accandonando il "ritratto" ormai diventato obsoleto; si affina inoltre nel settore pubblicitario, in significativa espansione.