La vita nella montagna, prima della comparsa dei cavi dell'alta tensione, è scandita dal ritmo della campana, dal ragazzino che va a scuola, dal canto del gallo, dal lavoro del taglialegna. E poi le panoramiche a seguire i camion sui tornanti e le "sagome dritte e fiere degli abeti" e gli uomini che "salgono a passi uguali e misurati". Così la neve e il freddo che ostacola la messa in opera dei tralicci e, attorno al lavoro degli operai, il mondo contadino e montanaro che si misura e si confronta con questi "corpi estranei". In questo senso all'uso felice di un certo montaggio che accompagna la "danza" degli isolanti fanno da contrappunto le sequenze distese di un montanaro che passa con il suo mulo e col suo carretto e la sfida - sul tema del freddo - di un vecchio settantenne.
Regista
Ermanno Olmi
Ermanno Olmi, classe 1931, si trasferisce giovanissimo a Milano per iscriversi all'Accademia d'Arte Drammatica. Per guadagnarsi da vivere si impiega presso la EdisonVolta, dove organizza il servizio cinematografico dirigendo, fra il '53 e il '61, una trentina di documentari, fra i quali La diga sul ghiacciaio (1953), Tre fili fino a Milano (1958) e Un metro è lungo cinque (1961). Debutta sul grande schermo con il lungometraggio Il tempo si è fermato (1959), dove narra l'amicizia fra il guardiano di una diga e uno studente. Nel 1977 Olmi firma il suo capolavoro, L'albero degli zoccoli, vincitore di prestigiosi premi. I lavori degli anni seguenti registrano grandi successi di pubblico e critica. Dopo Centochiodi (2007) Olmi dichiara che non girerà più film di finzione, ma tornerà al suo antico e primo amore, il documentario. L'anno seguente, Venezia gli tributa il Leone d'Oro alla Carriera.