Il documentario, dopo una rapida panoramica di Hong Kong, percorre in lungo e in largo la Cina. Partendo dal Kun-Si, dove a Kwellin si pesca ancora con i cormorani, si visita la grande muraglia. Ecco poi i grandi fiumi ghiacciati, in prossimità della Siberia, che i piccoli aerei bombardano per anticipare la primavera, il favoloso Katai, abitato dai Kazaki e dagli Uiguri. Nella steppa mongola i discendenti di Gengis Khan cacciano ancora con l'aquila; a seguire i cammellieri del Gobi. A Mander Miao si assiste ad una festa con incontri di lotta mongola, poi dal deserto si avanza fino alla foresta che costeggia le tombe dei Ming e si segue una battuta di caccia alla tigre. Si assiste a cerimonie religiose che si ripetono da quattromila anni, si impara a conoscere la vita quotidiana dei contadini, in cui si innesta la storia dell'ultima sposa venduta. Si percorrono i grandi fiumi, assistendo al commovente funerale di un bimbo annegato nel fiume delle perle, si visitano le grandi città, si partecipa all'angoscia causata da un alluvione, si assiste infine ad una festa a Pechino. Nastro d'argento 1958 per la miglior fotografia a Pier Ludovico Pavoni. David di Donatello 1958 per il migliore produttore a Leonardo Bonzi. Gran Premio al Festival Internazionale della Montagna “Città di Trento”
Regista
Carlo Lizzani
Carlo Lizzani
Proveniente dalla critica cinematografica, fin da giovane infatti lavora nella redazione di riviste come "Cinema" e "Bianco e Nero", muove i suoi primi passi come sceneggiatore di Aldo Vergano per la pellicola Il sole sorge ancora (1946). Per De Santis lavorerà come suo sceneggiatore e soggettista di fiducia per pellicole come: Caccia tragica (1947), Riso amaro (1949) – che gli varrà una nomination all'Oscar per la miglior sceneggiatura – e Non c'è pace tra gli ulivi (1950). Nel 1948 vince il premio per la migliore sceneggiatura originale al Festival di Locarno con Germania anno zero (1948) di Roberto Rossellini. Inizia poi la carriera di regista con il documentario Viaggio al Sud (1949) e nel 1951 con il suo primo film di finzione Achtung! Banditi! (1951). Nel 1953, vince il Premio Internazionale di Cannes per la pellicola Cronache di poveri amanti con Marcello Mastroianni, che aveva realizzato simultaneamente al drammatico Ai margini della metropoli (1953) con Giulietta Masina. Ha lavorato con i maggiori talenti del cinema italiano, come Cesare Zavattini, Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Dino Risi e Alberto Lattuada. Con Pier Paolo Pasolini gira Il gobbo (1960) e Requiescant (1966). Altri film sono: Il carabiniere a cavallo (1961), Il processo di Verona (1963) e La vita agra (1964) con Ugo Tognazzi. Nel 1965, lavora con Ettore Scola nella commedia Thrilling con Alberto Sordi e, nel 1968, dirige Stefania Sandrelli in L'amante di Gramigna. Vincitore del David di Donatello per la miglior regia e di un Nastro d'Argento per la migliore sceneggiatura per Banditi a Milano (1968), collabora poi con Jean-Luc Godard, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci e l'amico Pasolini nella pellicola corale Amore e rabbia (1969), ritornando poi nel 1971 con Roma bene e con Mussolini ultimo atto (1974). Firma successivamente Caro Gorbaciov (1988) con Harvey Keitel. Passa poi al piccolo schermo, firmando le fiction C'era una volta un re e il suo popolo (1983), Nucleo zero (1984), Un'isola (1985), Mamma Ebe (1985), Emma (1987), La formula mancata (1989), Il caso Dozier (1993), La donna del treno (1998), Maria José, l'ultima regina (2002) e Le cinque giornate di Milano (2004). Nel 1994 è membro della giuria del Festival di Berlino e firmerà Celluloide (1995) con Christopher Walken, vincendo il David per la migliore sceneggiatura. È l'autore inoltre di alcuni notevoli ritratti cinematografici e documentari come Luchino Visconti (1999), Roberto Rossellini – Frammenti e battute (2000) e Un altro mondo è possibile (2001). Nel 2002 riveve l’onoreficenze di Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana, mentre nel 2007 gli viene consegnato il David di Donatello alla carriera.
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