Jan, è il figlio dell'anziano alpinista del gruppo - già veterano d'Himalaya, dove ha vissuto avventure tragiche perdendo misteriosamente un compagno durante un'improvvisa, micidiale bufera che incendia la tenda di un campo, facendo esplodere, con un fulmine, alcune bombole d'ossigeno - non ha mai praticato l'alpinismo. E' un biologo di professione, ma si entusiasma all'avventura che il padre sta iniziando e vuole parteciparvi, in ansiosa attesa dei risultati delle visite mediche preventive.
Arrivo e scoperta di Katmandu da parte di Jan e degli altri compagni. I ricordi del padre pensieroso. La festa beneaugurante in onore del capo della spedizione. Ciascuno s'addentra, poi, coi propri pensieri e le proprie emozioni, tra le affollate strade della capitale nepalese.
Jan scende una scala, entra in un antro buio. Scopre un catafalco sul quale giace coperta da un velo la salma di una fanciulla nepalese. Lampeggia nell'oscurità con sinistro bagliore, un amuleto appeso ad una collana. Poi il cadavere viene trasportato a spalle per la cerimonia della cremazione, lungo il fiume.
La spedizione s'avvia sulla montagna. Jan tormentato dal ricordo della fanciulla. Il padre non si libera dei suoi ricordi. Sono anche rimorsi? O presentimenti? O richiamo ad un suo personalissimo destino? La via al campo base. Jan si ammala. Qualcuno vorrebbe rimandarlo a casa. Un malato d'impiccio in un'impresa himalaiana. Sorgono contrasti. le forze sono limitate. Si dovrà percorrere l'itinerario più semplice, o si potrà tentare un itinerario difficile e nuovo, senza il duro lavoro per attrezzare la parete?
Jan, guarito, ascolta involontariamente le parole di un complotto, di un tentativo di congiura ai danni del leader (e del padre). Poi qualcuno gli fa uno scherzo con una zampa di tigre delle nevi. Ma uno scherzo? Una tigre d'improvviso compare e poi scompare. Intanto il ragazzo rivede la fanciulla. Lei gli si fa accanto. Giocano una partita coi dadi. Qual é la posta? Un piatto di riso condito? I corvi s'aggirano famelici e minacciosi dentro la tenda. La fanciulla vince la partita e getta repentinamente il riso agli uccellacci con gli occhi che lampeggiano e la bocca trasformata in ghigno.
Jan parla della ragazza al padre. Il padre gli sorride tollerante. "Sei stanco - gli dice - tutti gli sherpa sono rientrati, qui ci siamo soltanto noi alpinisti".
Gli ordini del capo s'impongono, i riottosi si adattano, ma la cordata che sta tentando la vetta rimane senza ossigeno e nessuno è più in grado o con la volontà di aiutarli. Jan si offre, non è alpinista ma vuole dimostrare a se stesso e ai compagni di potercela fare. E parte, raggiunge il padre che col compagno aspetta lassù.
Ma sulla via del ritorno il ragazzo precipita in un crepaccio, si salva a stento e raggiunge una tenda, si corica esausto e febbricitante. Rivede la fanciulla. Il padre raggiunge la vetta, vi trova sventolante una bandierina. Ma allora il suo compagno aveva raggiunto la vetta, l'altra volta? E perchè era poi scomparso? E' forse colpa sua, del padre di Jan, quella terribile tragedia?
Il padre scende dalla vetta ed entra nella tenda dove trova il figlio morente. L'Himalaya un sogno, un richiamo, un destino anche di morte?
Nel 1987 una spedizione alpinistica cecoslovacca parte da Bratislava per salire l'Everest. Utilizzando materiale ricavato dalle riprese cinematografiche che la spedizione stessa ha riportato in patria quale documentazione, il regista Jan Piroh ha realizzato nel 1988 quest'opera di fiction (con "interni" del campo base e situazioni sulla montagna ricostruiti sulle falde innevate dei Monti Tatra) che racconta, forse per la prima volta nella cinematografia totale, una storia "vera", realistica non soltanto sulle vicende logistiche, organizzative e alpinistiche di un'impresa himalaiana, ma i sentimenti, le emozioni, le scoperte esistenziali, le motivazioni profonde e anche gli egoismi individuali, i dubbi, le rivalità le gelosie e la brutalità delle decisioni necessarie a un gruppo di uomini cosimpegnati, per raggiungere il loro scopo (e i loro sogni).
Dopo due anni finalmente questo film a soggetto, presentabile in qualsiasi sala cinematografica normale o sugli schermi televisivi, arriva nei Festival "occidentali" e rappresenta una autentica novità.
Regista
JAN PIROH
CATALOGO 1990 - 38^ - pag. 47