Una mulattiera porta fino alla cima del massiccio nel clima della centenaria "Festa della grappa" d'inizio agosto. Un altarino da campo per la Messa il picchetto militare un coro alpino migliaia di reduci italiani e austriaci. Poco distante il grande monumento al partigiano solennemente inaugurato nel 1974. Il fotogramma del monumento al partigiano fatica ad armonizzare con il resto della sequenza narrativa di Cima Grappa pervasa dalla memoria della prima guerra mondiale. La retorica della bellezza della morte per la patria cui allude tutta la struttura del cimitero voluto da Mussolini è contraddetta in modo drammatico dal bronzo aspre della stele scolpita dal Murer. Resta sempre venerata la Madonnina di bronzo inizialmente posta sopra la cappella in vetta poi mutilata dalle bombe quindi restaurata e racchiusa nel sacello facente parte dell'ossario dove trovano definitiva sepoltura 10000 soldati italiani. Una ricca serie di filmati di repertorio aiutano a ricostruire le discussioni riguardanti la grande costruzione sulla cima del massiccio così ricco di storia.
Regista
MASSIMO PREVEDELLO