Dalle Ande all’Himalaya, dal Fitzroy al Makalu, alla Torre di Mustagh, senza dimenticare la parete ovest dei Drus, Guido Magnone, si è imposto come uno dei giganti dell’alpinismo degli anni Cinquanta. Ex studente di Belle Arti e campione di nuoto fa parte di quegli spiriti avventurosi che hanno osato prendere d’assalto il tetto del mondo. Una prodezza considerata all’epoca come una grande marcia d’avvicinamento che ha preceduto i primi passi dell’uomo sulla Luna. Oggi, a novant’anni, Guido Magnone continua ad emanare la stessa passione per le sfide e la rievocazione dei ricordi gli provoca sempre un grande fremito. Ci parla dei venti terribili che spazzano la Patagonia argentina, rammenta gli sherpa nepalesi e la loro passione mistica per gli Dei delle cime. Rievoca altresì i suoi vent’anni di lotta a capo della UCPA - UNION NATIONALE DES CENTRES SPORTIFS DE PLEIN AIR (Unione nazionale dei centri sportivi all’aria aperta) per trasmettere il desiderio e il piacere dello sport di natura alle giovani generazioni. Tornato ai suoi vecchi amori, Guido ci fa condividere l’atmosfera del suo studio di scultura pieno di corde e moschettoni che servono a spostare le opere… Fra di esse un folletto delle montagne in bronzo, uscito direttamente dai racconti indiani del Fitzroy, che egli ha regalato al paese di Etrouble in Val d’Aosta.
Regista
JEAN MICHEL RODRIGO