Ad un'altitudine di quasi 4000 metri, in un'area arida, delimitata da costoni di roccia e montagne nude, il villaggio di Sking è uno dei posti più isolati della regione himalaiana dello Zanskar. Qui gli abitanti dipendono completamente dal lavoro della terra per sopravvivere. Con l'arrivo dell'inverno sono costretti ad aumentare il raccolto e immagazzinarlo, per conservare abbastanza risorse necessarie al loro fabbisogno. L'estate è breve, mentre l'inverno sembra non finire mai. Il raccolto viene completamente gestito e portato avanti dalle donne. Che siano giovani o anziane, lavorano incessantemente dall'alba al tramonto, poichè il freddo inesorabile dell'inverno pone loro una scadenza che non possono mancare. La regista, affianca le donne di questo luogo per lunghi mesi, condividendo le loro vite, i loro sogni e le loro paure. Con sguardo intimo accompagna una di loro durante l'attesa del marito che non torna, condivide la solitudine e la noia di un'altra, gioca con le più piccole, mentre tiene compagnia alla più anziana, che lentamente si sta spegnendo. Filmato con il punto di vista della regista-etnologa, il film offre un'immersione poetica e sensibile nella vita di quattro diverse generazioni di donne.
Regista
Marianne Chaud
Marianne Chaud, francese classe 1976, è etnologa, diplomata presso l'Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi, dove ha presentato una tesi di dottorato dedicata allo studio delle relazioni tra uomo e territorio nella regione himalayana del Ladakh-Zanskar, nel nord dell'India. Nei dieci anni successivi ritorna costantemente in queste zone, dove viene accolta dalle famiglie zanskari, impara la loro lingua, conosce usi e costumi, partecipa ai lavori quotidiani, sia agricoli che domestici, stringendo stretti rapporti con la popolazione. Nel 2005 propone alla casa di produzione francese ZED un progetto di documentario dedicato a due ragazze zanskari, che successivamente diventa il film "Devenir une femme au Zanskar". Nel 2006 torna nuovamente in Zanskar per girare un altro film, questa volta da sola, che documenta il lavoro quotidiano di quattro generazioni di donne. Questo documentario, "Himalaya, terre des femmes", si aggiudica la Genziana d'oro del Club Alpino Italiano al 57° TrentoFilmfestival. Ancora una volta da sola, Marianne riparte con un nuovo progetto: seguire con la sua piccola telecamera la vita di un monaco buddista, Kenrap, di soli 8 anni. Da qui nasce il documentario " Himalaya, le chemin du ciel", uscito nei cinema francesi nel 2009, con il quale vince la Genziana d'Oro Città di Trento al 58° TrentoFilmfestival. Nell'ultimo periodo Marianne s'interessa alla situazione politica del Tibet. Per questo motivo accetta di realizzare "Orphelins du Tibet", dedicato all'esilio dei bambini tibetani in India.
Premi