LA CINEVALANGA DI MEZZANOTTE
Massimo Benvegnù
Come in astronomia ogni corpo celeste dell'universo merita una collocazione ed una catalogazione, anche solo ai fini di cercare di creare una parvenza d'ordine, cosi' anche ai vari oggetti che hanno attraversato la galassia Cinema possiamo dare diversi gradi di significato in base al loro valore scientifico, alla loro unicita' ma anche all'impatto, alla consistenza, al loro stato. A volte i film sono fugaci come asteroidi, a volte lasciano scie come comete, altri hanno strane orbite e tornano ciclicamente a ripalesarsi nel nostro emisfero d'afferenza, molti lasciano solo detriti di cineteca, frammenti sparsi che vagano ormai senza propulsione, in balia dello spazio.
Negli ultimi tempi sempre piu' storici, ricercatori, registi e nostalgici hanno cercato di riscrivere la storia della serie B del cinema, quei titoli che hanno avuto magari una discreta fortuna di pubblico senza lasciar pero' alcuna traccia di se' nei palmares dei festival o nel canone accademico. Tra vari filoni di questo cinema piu' prettamente commerciale, e che fa del suo appeal assolutamente momentaneo col pubblico la sua ragione di essere, se ne nasconde anche uno che ha utilizzato la montagna come location ed ispirazione per le sue storie: stiamo parlando di questo strano fenomeno, popolarissimo per un certo tempo su entrambi i versanti alpini, della commedia "tirolese", del "Lederhosen film", della "Yodel Comedy", in tutte le sue diverse forme ed eccezioni.
Di solito co-produzioni maggioritarie a capitale tedesco, questi film usavano canovacci risaputi e vecchi stereotipi da avanspettacolo per imbastire allegre commedie scollacciate su villeggianti alpini e scene di caccia sentimentale, piu' o meno efficaci, in bassa Baviera. La distribuzione di queste opere era principalmente circoscritta al mercato locale, pero' con qualche fugace uscita anche nei cinema austriaci e olandesi, e pure nelle sale del circuito alternativo del Trentino Alto Adige.
Come per tutti i generi, anche questo aveva i suoi autori di spicco. Nel caso in questione, possiamo ricordare personaggi come Alois Brummer, Franz Josef Gottlieb, Jürgen Enz, Sigi Rothemund (che si firmava con lo pseudonimo di Siggi Götz), Gunter Otto, e quello che da molti e' definito il 'maestro' della materia, quel Franz Marischka, austriaco, figlio della star dell'operetta Hubert Marischka, e nipote di Ernst, regista della famigerata trilogia cinematografica dedicata alla principessa Sissi. Ma se Sissi, anche per merito della giovane Romy Schneider, era sinonimo di grazia ed eleganza, lo stesso non possiamo certo dire per la manciata di film diretti da Marischka tra le valli tirolesi, che forse gli saranno avvalsi l'appellativo di 'pecora nera' della famiglia.
E' comunque divertente registrare, all'interno di una ipotetica toponomastica del cinema di genere, questo fenomeno circoscritto nel tempo e nello spazio, una vera meteora che ha solcato rumorosissimamente il panorama cinematografico minore, e che nel suo passaggio ha lasciato solo qualche lacerto di cineteca, che ci divertiremo a mostrare e a vedere, senza alcuna voglia di dare nuovo valore aggiunto alla materia, ma proprio come un puro, scanzonato divertissment.
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