Corbucci realizza una delle pellicole più belle del genere, affidandosi ad una narrazione stilizzata pregna di violenza e sangue che si
innesta nella visione pop dello spaghetti western, calibrato sui volti giusti degli interpreti, che rendono questa pellicola un cult amato
da molti appassionati di cinema. Uno dei più grandi e mitici western politici all’italiana, uno dei migliori esempi della feconda anarchia che regnava nel cinema italiano dell’epoca. In un villaggio di montagna nello Utah, circondato da nevi perenni, agiscono un gruppo di banditi resi tali da un usuraio e preda di un feroce cacciatore di taglie. Da lontano arrivano un killer muto, assoldato da una donna del posto per vendicarsi dei torti subiti dal marito, e un agente governativo. Gli esterni vennero girati interamente nelle località dolomitiche di Auronzo di Cadore, Misurina, Cortina d'Ampezzo e San Cassiano in Badia.
Versione restaurata in occasione del 50. anniversario
Lingua: Italiano
Regista
Sergio Corbucci
Regista e sceneggiatore nato a Roma nel 1927. Esordisce nella regia nel 1951 dedicandosi al dramma popolare per tutti gli anni Cinquanta. Successivamente realizza diverse commedie, alcune con Totò, come I due marescialli (1961). Contemporaneamente si cimenta con il genere peplum con film come Maciste contro il vampiro (1961). Verso la metà degli anni Sessanta passa allo spaghetti- western, con titoli come Django! (1966) con Franco Nero. Tramontato il genere, torna alla commedia di costume con decine di film di successo, tra cui Il conte Tacchia (1982). Muore a Roma nel 1990.