Nell’agosto del 1961 un gruppo di giovani speleologi visita l’altopiano calabrese e il suo incontaminato entroterra immergendosi nel sottosuolo di un Meridione che tutti stanno abbandonando. Scoprono così coi suoi 700 metri di profondità una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto dell’altopiano del Pollino, sotto lo sguardo di un vecchio pastore, unico testimone del territorio incontaminato. Omaggio al regista Michelangelo Frammartino, membro della giuria del 70. Trento Film Festival.
Lingua: Italiano
Regista
Michelangelo Frammartino
Nasce a Milano nel 1968 da genitori calabresi. Nel 1991 si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, dove matura l’interesse per la relazione fra gli spazi concreti e costruiti dell’abitare e la presenza dell’immagine. Approfondisce la dimensione del visivo alla Civica Scuola del Cinema di Milano, scoprendo in questi anni un ambito di ricerca particolarmente ricco: il campo delle video-installazioni. Alterna lavori più tradizionalmente orientati al cinema (una serie di cortometraggi autoprodotti), ad altri più specificatamente orientati alle arti visive (scenografie per film, videoclip e film indipendenti, installazioni), all’insegnamento. Esordisce nel lungometraggio con Il dono (2003), presentato al festival di Locarno, cui segue nel 2010 Le quattro volte, che debutta alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, vincendo la Label Europa Cinemas. Dopo il documentario breve Alberi (2013) torna al lungometraggio con Il buco, Premio Speciale Della Giuria del concorso della Mostra del Cinema di Venezia 2021.
Galleria
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