Senza scarpe

La narrazione incrocia la voce del figlio Saulle con la ricostruzione della vita di Roberto Donetta, padre irrequieto e sempre indebitato, contadino, venditore di sementi, cameriere e poi fotografo. Donetta (1865-1932) diventò noto una quarantina d'anni fa grazie al ritrovamento di cinquemila lastre fotografiche da lui realizzate. Il recupero di quel tesoro ha fatto passare in secondo piano le quasi trecento pagine in cui aveva annotato riflessioni e scritti letterari e scientifici che lo avevano colpito. Dagli scritti emerge la sua diversità nel contesto rurale della valle. Fu la caparbietà del montanaro a tenerlo in vita nelle avversità. Lì tra le montagne, come scrisse in una delle ultime lettere a Saulle, l'unica risorsa in cui si può e si deve credere è la terra. Solo quella può garantire da mangiare ogni giorno. Con il passare del tempo però la frustrazione per l'incapacità di strappare dalla miseria la famiglia provocarono la dolorosa rottura con la moglie Linda e con i figli.