65° Trento Film Festival: cronache della settimana

Pubblicata il 07/05/2017

di Sofia Folgheraiter

 

Nella serata di sabato 6 maggio, si è concluso il 65° Trento Film Festival della Montagna con la cerimonia di premiazione dei film vincitori del concorso e la proiezione del documentario di chiusura La vallée des loups, dal regista francese Jean-Michel Bertrand. Lo straordinario documentario, sulle vicende di un documentarista sognatore che insegue i lupi per tre anni nelle valli francesi, ha sicuramente concluso dignitosamente le 7 giornate di proiezioni nei principali cinema della città ed ha ottimamente incorniciato le premiazioni delle pellicole. Una settimana ricca però non solo di film, ma anche di mostre ed incontri, tenutisi nelle principali sale conferenze della città. Sicuramente interessante è stato l’appuntamento quotidiano con i giornalisti a mezzogiorno all’incontro “Cosa vedo oggi?”, durante il quale si introducevano a grandi linee i film programmati nel pomeriggio e le vicende delle loro realizzazioni. Per i più mattinieri, “Barefoot morning” tutte le mattine alle 8.10 al parco dei mestieri, si è offerto come una valida alternativa alle classiche corse pre-lavoro, concedendo di ritagliarsi un momento per sé a contatto (letteralmente) con la natura. Grande successo hanno riscosso gli incontri e le proiezioni relativi all’Islanda, paese ospite di quest’anno al festival, come per esempio il film “the more you know, the more you know” per il quale si sono esauriti tutti i posti. Le serate evento hanno visto la partecipazione di grandi figure dell’alpinismo e dell’arrampicata, come Rainhold Messner o Adam Ondra, ma anche di ospiti decisamente diversi, come l’astronauta Umberto Guidoni e il meteorologo Luca Lombroso, durante la serata “SOS Terra, abbiamo un problema” tenutasi mercoledì sera all’Auditorium Santa Chiara. Grande varietà anche tra i film del festival, dai documentari naturalistici proiettati al Muse, ai lungometraggi della categoria “Terre alte”, dedicati ai luoghi ed ai paesi più lontani, contrapposti a quelli di “Orizzonti vicini” girati qui in Trentino, per poi arrivare alle “Anteprime” tra cui il film horror Attack of the lederhosenzombies. Un festival dunque molto variegato e difficilmente monotono, vista l’offerta culturale e cinematografica che proponeva, che ha contribuito ad infondere in tutta la città un’aria vivace ed internazionale. Ora, non resta che aspettare il prossimo anno e le sorprese che il 66° Trento Film Festival terrà in serbo per la città.