Al MuSe la mostra “Ghiacciai” con partner il Trento Film Festival
Pubblicata il 12/07/2018
Una mostra che mira a richiamare l’attenzione, in modo sereno e riflessivo, su uno dei problemi più gravi che sta vivendo il mondo a livello ambientale, soprattutto in alta quota: lo scioglimento inesorabile, continuo e veloce dei ghiacciai.
Stiamo parlando della mostra “Ghiacciai”, inaugurata oggi al MuSe, Museo delle Scienze di Trento e che sarà visitabile fino al 23 marzo 2019. Un evento al quale partecipa come partner anche il Trento Film Festival con il film Escape, dalla 66. edizione della rassegna.
L’esposizione (curata da Alberto Trenti, direttore e glaciologo di MeteoTrentino, Christian Casarotto, glaciologo del Muse e David Tombolato, esperto di nuove tecnologie e sostenibilità del Muse) offre una fotografia dei ghiacciai che ricoprono il nostro pianeta attraverso quattro prospettive: l’ambiente naturale glaciale, con le sue dinamiche e la distribuzione dei ghiacciai nel mondo; le attività scientifiche e i rilievi che permettono di quantificare lo stato di salute dei ghiacciai, di studiare i cambiamenti climatici e di comporre gli “inventari” dei ghiacciai; le avventurose esplorazioni sui sentieri glaciologici; le vicende storiche e i miti legati ai luoghi più inospitali dell’ambiente montano.
Ed è proprio nella sezione avventura della mostra che si trova una postazione video dove è possibile assistere alla proiezione del film Escape, presentato in anteprima nazionale al 66. Trento Film Festival. La pellicola, di Anjali Nayar (Canada/2018 – 8′) racconta la straordinaria impresa di JaBig, un Dj di Montréal, che decide di battere il record dell’avventura più lunga in bicicletta in un singolo paese, attraversando il Canada in inverno con una bicicletta, fino al villaggio di Tuktoyaktuk. Il viaggio lungo la strada di ghiaccio è affascinante e tremendo allo stesso tempo e la storia del protagonista invita a riflettere e chiedersi: “E ora? Dove andare?”.
Le stesse domande che si sono posti i curatori della mostra di fronte alla scomparsa dei ghiacciai, masse che costituiscono riserve d’acqua dolce, attrazione turistica, laboratori scientifici a cielo aperto, testimoni dell’impronta dell’uomo sull’ambiente.
“I ghiacciai sono tutto questo e molto di più – hanno evidenziato gli ideatori dell’esposizione – sono l’elemento che, più di ogni altro, con il loro arretramento testimoniano vistosamente l’andamento meteorologico estivo ed evidenziano i cambiamenti climatici in atto. Il mutamento glaciale, infatti, è osservabile di stagione in stagione con l’arretramento della fronte, la riduzione del loro spessore, la presenza di numerosi torrenti sopraglaciali, la comparsa di nuovi laghi, estese zone crepacciate e isole rocciose che emergono dal ghiaccio e che si fanno, ogni, anno, sempre più grandi”.
Da metà ‘800 ad oggi, circa il 70% delle superficie glacializzata in Trentino è andata persa. I ghiacciai si stanno ritirando con ritmi sempre più elevati. Fino agli anni ‘50 del secolo scorso le perdite di superficie erano di 0,3-0,4 % all’anno; ora superano l’1,5%. Oggi, a fine estate, tutta la neve invernale va incontro a fusione e il ghiaccio di ghiacciaio affiora quasi ovunque. La quota media dei ghiacciai trentini negli ultimi 60 anni si è alzata di circa 300 metri.
La novità rispetto al passato è la velocità con cui si stanno verificando oggi questi fenomeni, causati dal riscaldamento globale dovuto ai gas a effetto serra legati alle attività dell’uomo, contro i quali occorre agire senza esitazioni e subito, modificando innanzitutto i nostri stili di vita verso forme di sviluppo sostenibile.
In questo senso la mostra offre un esempio di cosa significhi agire in modo sostenibile, avendo previsto un allestimento leggero e sobrio, realizzato attraverso strumenti multimediali e l’utilizzo di stampanti 3D e materiali a chilometro zero riciclabili, allo scopo di potere replicare la mostra in altre località, anche all’estero, con costi bassi secondo una logica di economia circolare.