MAKALU 8500
MAKALU 8500
Guido Magnone, Lionel Terray, Pierre Leroux
Francia / 1955 / 65'
MAKALU 8500
Guido Magnone, Lionel Terray, Pierre Leroux
Francia / 1955 / 65'

Il film documenta la conquista del Makalu da parte della Spedizione Francese diretta verso l'Himalaya nel 1954 /55.
La prima parte racconta la marcia d'avvicinamento. Lungo la valle de l'Arun, in un paesaggio torrido e segnato dai monsoni, la spedizione, composta di circa 400 uomini, percorre i 350 km che la separano dalla frontiera Indionepalese, fino al campo base, ai piedi del Makalu. Si assiste, qui, ai preparativi dei trasporti, allo sfilare della lunga colonna dei portatori, al guado dei fiumi in piena, al passaggio acrobatiche dei ponti di liane, all'attraversamento della foresta vergine infestata dalle sanguisughe, alla traversata del colle di Barum irto di impreviste difficoltà. Nella seconda parte si assiste alla installazione del campo base, alla ricognizioni fatte attorno al Makalu e all'ascensione di alcune cime, fra i 6 e i 7000 metri, le quali hanno permesso di individuare la migliore via di accesso al Makalu. Segue l'ascensione al Makalu 2 e al Chomo-Lonzo, due montagne vicine, alte rispettivamente 7660 e 7797 metri. La terza parte descrive l'attacco e la conquista della vetta. Nella primavera del 1955, infatti, le cordate riprendono l'attacco del Makalu secondo un piano preparato l'autunno precedente. Dolo l'installazione di un secondo campo superiore provvisto di materiale nuovo e la soluzione dei problemi legati al trasposto delle bombole d'ossigeno, può avere inizio finalmente l'assalto finale alla cima e la vittoria.

Registi

Guido Magnone

Alpinista e scultore di origini italiane, ha firmato alcune storiche prime salite: sul Fitz Roy in Patagonia, sulla ovest dell’Aguille du Dru sul Monte Bianco, o al Makalu in Himalaya.

Guido Magnone nacque a Torino nel 1917, ma dopo pochi anni i suoi genitori si trasferirono in Francia. Qui iniziò ben presto la sua passione per l’arte, in particolare per la scultura, che lo portò ad iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Parigi. Nel 1942 si recò a Chamonix e dopo aver visto il Monte Bianco nacque in lui una forte passione per le scalate e le grandi vette.

Si dedicò anima e corpo all’alpinismo diventando uno dei migliori scalatori della sua generazione. Non potendo mantenersi con la sola scultura nel 1952 accettò di partecipare a varie spedizioni, prima tra tutte quella in Patagonia per raggiungere la vetta fino ad allora inviolata del Fitz Roy.
La salita fu lunga e difficile, segnata dalla tragica morte di Jacques Poincenot che morì annegato mentre attraversava il Rio Fitz Roy. Magnone e il suo compagno Lionel Terray proseguirono, affrontando delle condizioni climatiche proibitive con venti che talvolta superarono i 200 chilometri orari, ma l’impresa fu coronata dal successo durante il pomeriggio del 31 gennaio.

Pochi mesi dopo Magnone conquistò la parete ovest dell’Aiguilles du Dru con Lucien Berardini, Adrien Dagory e Marcel Lainé. Per alcuni anni questa fu considerata una delle maggiori imprese alpinistiche delle Alpi grazie alla tecnica innovativa e molto dibattuta. Dopo un tentativo andato a vuoto infatti, gli alpinisti salirono dal versante Nord e si calarono sull’Ovest assicurandosi con dei chiodi a pressione.

Nel 1955 fece parte della spedizione francese che raggiunse per la prima volta il Makalu, vetta himalayana di 8462 metri. L’anno successivo fu eletto presidente del Groupe de Haute Montagne, incarico che conservò fino al 1965. Durante quel periodo riuscì nella prima ascensione del Chacraraju, in Perù, nel 1962 di nuovo a fianco di Lionel Terray. Nel 1964 Magnone scalò per la prima volta la Tour Eiffel nel 75esimo anniversario della sua inaugurazione. La salita con René Desmaison, Lucien Bérardini e Robert Paragot fu trasmessa in Eurovisione.

Negli anni successivi si interessò ai giovani e alle loro opportunità nell’alpinismo e negli sport diventando uno degli ideatori dell’UCPA – l’Unione Nazionale dei Centri Sportivi all’aria aperta. Dal 1977 si dedicò unicamente alla scultura e occasionalmente alla scrittura di alcuni libri sulle sue due passioni più grandi, l’arte e le montagne.

(Fonte: Montagna.tv, www.montagna.tv)

Lionel Terray

(Grenoble, 25 luglio 1921 – Arêtes du Gerbier, 19 settembre 1965) è stato un alpinista francese.
Ha compiuto per primo diverse ascese, tra cui la prima ascesa del Makalu con Jean Couzy nel 15 maggio 1955 e la prima ascesa del Fitz Roy nelle Ande, con Guido Magnone nel 1952, durante la quale morì l'alpinista francese Jacques Poincenot.

Si avvia all'attività di montagna in età molto precoce, a tre anni e mezzo infatti è già sugli sci e ad undici anni effettua la prima scalata nei pressi di Grenoble.

Partecipa alla seconda guerra mondiale nella resistenza francese con la famosa Compagnie Stéphane sul fronte della Maurienne.

Dopo il conflitto, divenne noto come uno dei migliori scalatori e guide di Chamonix, notato per la sua rapidità di ascesa di alcune delle più famose cime delle Alpi francesi, italiane e svizzere: Punta Walker delle Grandes Jorasses, la parete sud dell'Aiguille Noire del gruppo del Peuterey, la parete nord-est del Pizzo Badile Val Bregaglia e la parete nord dell'Eiger.

Pierre Leroux

Pierre Leroux fu alpinista e guida di alta montagna.

Scoprì la montagna nel 1939, durante un soggiorno a Chamonix, in un ostello della gioventù. Il suo approccio all'alpinismo avvenne alla fine della seconda guerra mondiale.
Decise di stabilirsi in montagna, facendo un po' di boscaiolo in autunno e maestro di sci in inverno per Tourisme et Travail, un'organizzazione che si stabilì nell'hotel della famiglia Simond a Les Houches.
Nel 1950 iniziò la sua prima stagione come guida indipendente, prima di entrare a far parte della famosa compagnia Chamonix Guides nel 1957. Si diplomò maestro di sci nel 1953.
Pierre Leroux interruppe la sua carriera di guida nel 1977, dopo un grave incidente di scialpinismo in cui morirono due persone.
Fu membro della spedizione francese che nel 1955 conquistò il Makalu (8.463 m), la quinta vetta al mondo al confine tibetano-nepalese.

(Fonte: Babelio, www.babelio.com)

Premi

GENZIANA D'ORO GRAN PREMIO "CITTÀ DI TRENTO"
Ed. 1956

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