il 9 maggio 1956 due alpinisti giapponesi (uno dei quali portava con se una cinepresa 8mm) issavano il vessillo col sole radiante sulla cima del Manaslu, a quota 8150, nella catena dell'Himalaya. Per portare i due alpinisti in cima era scattato alcuni mesi prima il meccanismo di un'organizzazione attrezzatissima e complessa, composta da 12 alpinisti, 20 sherpa, e 400 portatori, con un volume ingente di materiale di prim'ordine. Il Manaslu - che delle vette himalayane è senz'altro una delle più scenografiche per il suo spettacolare, sinistro e fantastico aspetto - venne letteralmente preso d'assedio dai giapponesi con criteri militari e vinto sino all'ultimo campo, posto ad una quota superiore ai 7000 metri, grazie all'efficienza dell'organizzazione; poi conquistato con un ultimo balzo dai migliori dei membri della spedizione. Il lungometraggio, ricavato dalla vasta documentazione a passo ridotto, accompagna la lunghissima carovana per le valli indiane, sino al villaggio di Sarma dove il fanatismo dei "lama" tibetani diventa espressione di aggressività della natura. E poi gli alpinisti di campo in campo, e infine soltanto i due che si trascinano fin sulla vetta, con il respiro mozzo e rantolante.
Regista
Kajiro Yamamoto
Kajirô Yamamoto (Tokyo, Giappone 15 marzo 1902 - 28 settembre 1974) fu un regista e scrittore, noto per "Hawaii, Maree oki kaisen" 1942, "Tôkyô no kyûjitsu" 1958 e "Haru no kyôen" 1947. È stato il mentore di Akira Kurosawa e Ishirô Honda.
(Fonte: IMDb, www.imdb.com)
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