Uno sciatore, che è stato per qualche tempo immobilizzato da una frattura, riprende lentamente il contatto con quel mondo che lo ha visto assente per qualche tempo. Agli allenamenti, che diventano di giorno in giorno più impegnativi ed intensi, si alternano riflessioni su quelle che sono state le tensioni agonistiche prima dell'incidente. E' anche una riconquista della dimensione umana, oltre che atletica, e un collaudo per lo spirito. Lo sciatore è impersonato da Pascal Budin.
Regista
DIDIER LAFOND
Il regista. Didier Lafond, 38 anni, specializzato in riprese dall'elicottero e in film di contenuto sportivo. Ama filmare nelle situazioni di rischio e dove c'è l'impegno fico estremo. Ha lavorato a pellicole girate in alta montagna, su aerei acrobatici e durante rally. Non gli sono congeniali le riprese in "interni". Alcuni dei suoi numerosi documentari hanno ottenuto importanti riconoscimenti in diversi festival internazionali. La sua opera forse più celebre è "Apocalypse Snow". Ha realizzato, inoltre, spot pubblicitari per aziende leaders come Dunlop, Muratti, Nordica, Fila. Al Filmfestival di Trento è presente dal 1985, quando propone "Ski espace". Nel 1987 il suo film "Ice Dream" ottiene una speciale menzione dalla Giuria Internazionale per la semplicità e il rigore dell'opera.
"... Ho la fortuna, per ora, di non dover lavorare. Faccio esattamente le cose che ho piacere di fare. Posso tranquillamente scegliere fra le varie proposte che mi arrivano e posso costruire su idee mie. Forse fra un mese non avrò più una lira e nessuna commissione; allora dovrò accettare di occuparmi di realizzazioni che oggi non mi interessano. Ma sarà una soluzione estrema (...) Non sono certo di quelli che si seggono sulla sedia con un scritto "regista" e incominciano a dare ordini a dritta e a manca col megafono. Tutti coloro con cui lavoro, dai tecnici ai protagonisti dei film sono persone con cui ho degli ottimi rapporti. Per il mio modo di vedere le cose ci deve essere una totale partecipazione alle riprese e nessuna forzatura. Insomma, il girare un film deve essere un piacere, un divertimento per tutti. Bisogna avere una grande passione per quello che stiamo facendo: dal cameraman allo sciatore o al surfista. (...)
Sono un amante della montagna e questo è il mio mondo praticamente da quando ero bambino. E poi non vero che non ci siano grossi investimenti in questo settore. In Francia non mancano gli spot che usano l'ambiente montano come scenario. E uno spot normalmente vuol dire una grossa produzione, un budget intono ai 500 milioni e più (...) "Apocalypse snow" costò circa 40 milioni, con grosse spese per elicotteri e altri mezzi.
Ma altri film, come Roc en Bloc con Jacky Godoffe, ne costano solamente 10. In quell'occasione lavorammo veramente al risparmio: convincemmo tutti i nostri amici ad aiutarci: chi a prestarci la macchina per gli spostamenti, chi a reggere le luci, ecc. Voglio ripetere comunque una cosa: adesso come adesso posso permettermi di scegliere fra le proposte che mi arrivano soltanto quelle che mi interessano e che mi piacciono. Mi è capitato in passato di aver lavorato su soggetti che non mi andavano o di cui non condividevo l'impostazione. Mi sembrava proprio di lavorare alle dipendenze di qualcuno. Finché potrò farlo, eviterò questo genere di impegni".
"Uso attrezzature robuste e, quel che più conta, totalmente affidabili. Il punto fondamentale resta invece per me la sicurezza. E' chiaro che devi prendere qualche rischio. Se per esempio giri dall'elicottero qualche guaio può sempre arrivare, ma devi operare con almeno un 80% di margine di sicurezza. Sulla neve occorre spesso fare delle scelte in questo senso.
DIDIER LAFOND
(da Alp n. 58 - intervista raccolta da Marco Scolaris)
CATALOGO 1990 - 38^ - pag. 60
CATALOGO 1992 - 40^ - pag. 65 - 69
CATALOGO 1993 - 41^ - pag. 99,100
CATALOGO 1994 - 42^ - pag. 63