Il documentario descrive una delle più clamorose
"performances" che siano mai state realizzate da un alpinista solitario: la scalata invernale, in sole quaranta ore, delle tre più grandi pareti nord delle Alpi, quella delle Grandes Jorasses, quella dell'Eiger e quella del Cervino. L'impresa è stata effettuata dall'alpinista francese Christophe Profit, ventisei anni, fra il 12 e il 13 marzo 1987.
Reinhold Messner, nel giudicare Christophe Profit, disse un giorno che la differenza tra lui Profit e gli altri giovani leoni delle ultime generazioni doveva cercarsi nella determinazione feroce, nella "grinta". "E' una tigre", disse Messner. Christophe ha rappresentato in questi anni ottanta, con Jean Marc Boivin, Eric Escoffier, Benoit Chamoux e Pierre Beghin, la punta avanzata dell'alpinismo d'eccezione. Scrupoloso nell'allenamento, studioso della montagna, ma soprattutto capace di una precisa autovalutazione, Profit si è posto subito obbiettivi storici ben definiti: superare la concezione stessa dell'alpinismo tradizionale, affrontando le grandi pareti ad alta velocità. Dopo essersi cimentato con i versanti più repellenti delle Alpi, ha così deciso di superare senza soluzione di continuità, più pareti in successione, ciò che in Francia si chiama "enchainement" e si potrebbe tradurre "concatenamento".
Così nel 1985 affronta e supera in 26 ore le pareti nord leggendarie delle Grandes Jorasses, dell'Eiger e del Gericcer, vanto di uomini come Riccardo Cassin, Franz e Toni Schmit e Anderl Heckmair.
Ritorna ad esse, questa volta d'inverno, nel 1987, e l'impresa gli riesce in 40 ore, vanamente... inseguito dal grande e sfortunato Eric Escoffier, che per il maltempo deve cedere. Profit è dunque tra i massimi "inventori"
dell'alpinismo dell'ultima generazione e degli ultimi traguardi; ma il problema moderno adesso costituito dal "dopo". Certo, vi sarà un "dopo" Profit; ma nessuno può immaginare quale sarà e chi ne sarà il protagonista...
Regista
NICOLAS PHILIBERT