Il film racconta il personale viaggio di una donna, la regista, che torna ad Espui, il piccolo villaggio dei propri avi nei Pirenei catalani. Con il trascorrere degli anni l’immagine del luogo è stata profondamente alterata soprattutto a causa della costruzione di una grande stazione turistica comprendente campo da golf, piste di sci, impianti di risalita, negozi, spazi di ritrovo e una zona residenziale con una capacità di circa 5.000 ospiti.
Il progetto prese il via durante la fase culminante del boom edilizio spagnolo. Come è accaduto in molte altre realtà in varie parti del pianeta, la speculazione edilizia e del territorio ha raggiunto i posti più remoti devastando ogni cosa: paesaggi idilliaci, stili di vita che erano rimasti immutati per secoli e tradizionali visioni del mondo radicate nell’identità delle persone e della comunità. Con l’esplosione della bolla immobiliare molti fabbricati non vennero completati e scheletri di cemento rammentano il fallimento di un sogno di ricchezza e di benessere per tutti a cui avevano creduto anche gran parte dei pochi abitanti rimasti nel villaggio. Così è accaduto che le montagne di Espui venissero nascoste dalle pareti di cemento e dagli appartamenti costruiti a metà.
Regista
Anna Soldevila Lafon
È una regista spagnola. Si è laureata in giornalismo nel 1999 all'Università di Barcellona dove ha seguito anche molti seminari sul documentario creativo e ha iniziato a lavorare come montatrice e scrittrice per alcuni programmi televisivi(TV3, Cuatro, BTV, Canal Natura). Nel 2000 ha co-diretto il suo primo cortometraggio "Balanc de Braga". Un anno dopo ha girato, in Messico, “La Caravana del color de la tierra”. Del 2005 è “La pachamama es nuestra” che ha vinto diversi premi in Spagna (Docúpolis, Documanía of Canal Plus, Mutxamel). Al momento sta lavorando come freelance per diverse emittenti televisive.
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