Cesare Augusto manda, travestito, il centurione Curridio ad Alessandria d'Egitto per indurre Marco Antonio che vi regna a fianco di Cleopatra a evitare una guerra con Roma. L'inviato incontra la regina sotto false spoglie, se ne innamora e fallisce la missione. Dopo averlo scritto con Ennio De Concini e altri 3 sceneggiatori (tra cui Duccio Tessari), Cottafavi dirige questo film, in bilico tra storia e fantasia, come un western senza ironia, ma non privo di umorismo né di un libero senso dell'assurdo, ricco di trovate, interruzioni, andirivieni temporali al servizio di un vivo piacere del narrare sino alla morte dei 2 protagonisti storici. In filigrana un discorso pacifista.
Regista
Vittorio Cottafavi
Diplomatosi al Centro Sperimentale di Cinematografia, l'esordio alla regia avviene nel 1943 con "I nostri sogni" tratto da una commedia di Ugo Betti. Nel 1949 viene attaccato per aver portato sullo schermo la vita del carabiniere Salvo D'Acquisto fucilato dai nazisti dopo aver salvato la vita a degli ostaggi innocenti. La critica del tempo non apprezzò che ne "La fiamma che non si spegne", si rappresentasse un carabiniere come un eroe della resistenza. Negli anni 50, Cottafavi, pur muovendosi tra gli schemi di generi ben consolidati, riesce a imporre il suo stile con film originali e ben realizzati. Il suo apporto al filone del melodramma, molto amato dal pubblico del tempo, si realizza attraverso cinque titoli "Una donna ha ucciso" (1952), "Traviata '53" (1953), "Una donna libera" (1954), "Nel gorgo del peccato" (1954), "In amore si pecca in due" (1954) in cui analizza altrettante figure di donne rivelando grande sensibilità e attenzione verso la psicologia femminile. Di notevole importanza è il contributo dato da Cottafavi al genere storico-mitologico con film singolari quali "La rivolta dei gladiatori" (1958), "Messalina" (1960), "Le legioni di Cleopatra" (1960), "Ercole alla conquista di Atlantide" (1961) e "I cento cavalieri" (1964) considerato da tutti come il suo capolavoro. Attraverso queste opere Cottafavi riesce a proiettare temi sempre attuali, come l'eterna lotta tra bene e male, in un passato mitologico fantastico che fa uscire i film dalle gabbie di un genere considerato minore per dotarli di una valenza universale. Per la televisione dirige circa sessanta tra film e sceneggiati, tra questi ricordiamo i titoli più importanti: "Il taglio del bosco" (1963) "I racconti di Padre Brown" (1970); "A come Andromeda" (1972); "Il diavolo sulle colline" (1985).
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