Un documentario che parla di montagna per suggerire i suoi rapporti con l’arte e che quando parla di arte suggerisce alcuni punti di vista sulla vita che, a loro volta, riconducono attraverso l’arte alla montagna. A favorire questi rimandi è il fatto di essere accomunati dal legno, materiale predominante nella cultura e nella scultura gardenesi, come origine profondamente condivisa. Le storie di tre artisti si intrecciano e si confrontano lungo questo percorso. Tone, colui che sembra voler guardare alla scultura come ad una voce preziosa che parla di storia e tradizione. Aron, colui che scolpisce grandi tronchi per comprendere ed entrare nell’arte contemporanea. Egon, colui che ha abbandonato la scultura in vista di un percorso filosofico e che ha trovato la sua soluzione nell’iconoclastia e nell’eremitaggio.
Regista
Elia Romanelli
Nel 2004 ha partecipato al documentario “Chatzer: volti e storie di ebrei a Venezia” diretto da Carlo Hintermann e presentato al Torino Film Festival. Nel 2007 ha realizzato, oltre ad un breve documentario su transessualità e mondo del lavoro, il documentario Belice 68/08, assieme a Marianita Palumbo, presentato da Rai Tre. Nel 2008 ha diretto il documentario "Chi crea Venezia" e due spot, per la società “Fondaco” e per l’associazione LAC. Nel 2009, con il sostegno di RAI tre Ladina, RAI tre Tedesca e RAI tre Bolzano, ha realizzato un documentario sull’artista Aron Demetz. Sempre nel 2009 ha lavorato con il regista teatrale Arrigo Mozzo e ha seguito la regia del documentario Elettroscioc. Nel 2009 ha vinto il primo premio al concorso “Autori da Scoprire”, indetto dalla provincia autonoma di Bolzano. Nel 2010 ha girato il videoclip "Sfumature" per l’omonima canzone finalista al premio Tenco. Attualmente collabora con la Banca della Memoria al progetto Infanzie ebraiche, ritratti di anziani del ghetto di Venezia, e alla realizzazione di un documentario su Incroci di Civiltà - Incontri Internazionali.
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