65 anni: un batter di ciglia

Pubblicata il 07/05/2017

di Elena Gasperotti e Alessia Bussotti

Oggi, venerdì 5 maggio, la giornata ha avuto inizio con un primo convegno riguardante l’escursionismo. Questa attività viene vista come un banco di prova per un turismo compatibile con il confronto dei documenti UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche). A presiedere l’evento sono stati vari esperti del settore, alcuni soci dell’associazione, quali Dante Colli, Irene Affentranger, Piero Carlesi, il responsabile del progetto comunicazione del Mountain Blog Andrea Bianchi e il presidente del Trento Film Festival Roberto De Martin.

Il Gism (Gruppo italiano scrittori di montagna) nasce nel 1929 con l’intento di riunire e raccogliere gli alpinisti e gli amanti della montagna per dare vita ai valori di storicità e spiritualità contenuti all’interno dei luoghi montani. È molto importante, quasi fondamentale per questo progetto, rendere l’alpinismo un vero e proprio stile di vita, per riportare in auge la relazione tra uomo e montagna che stava svanendo negli ultimi tempi ed evidenziare il significato simbolico della bellezza che porta l’uomo alla contemplazione, in questo caso dei paesaggi montani. Inoltre, il Gism tiene molto ad avere soci di ogni fascia d’età: nei giovani si individuano facilmente dei profitti, mentre i veterani sono visti più come dei “sognatori” in grado di trasmettere antichi principi e valori appartenenti all’origine di questo progetto. I principali obiettivi del circolo sono dunque quello di riaccostare l’uomo alla natura e di diffondere i valori ideali dell’alpinismo.

“65 anni, l’età del festival, sono tanti” commenta Roberto De Martin, “ma allo stesso tempo sono un batter di ciglia se raffrontati all’età delle montagne, a dimostrazione di quanto ancora sia sconfinata la dimensione di questo straordinario mondo che appunto da 65 anni la rassegna racconta, attraverso il cinema, la letteratura, gli eventi, le mostre.”

Al termine della mattinata si è svolto in un secondo incontro il progetto “FuoriRotta” allo Spazio espositivo di MontagnaLibri in Piazza Fiera.

Inizialmente sono stati riprodotti gli elaborati dei viaggi intrapresi dai ragazzi partecipanti al progetto.

Il primo filmato, chiamato “M’illumino di Nepal”, realizzato da Elisa Minchiante e Giulia Moscatello, mostrava alcune donne emarginate dalla comunità a causa del ciclo mestruale, perché considerate impure. Le ragazze che si sono recate in questi luoghi, avevano l’intenzione di portare l’innovazione di assorbenti lavabili anche per queste ragazze, molte delle quali sono state anche vittime di violenze domestiche e di sfruttamenti. Il viaggio è stato suddiviso in due parti: la prima era sostanzialmente un percorso itinerante in vari luoghi del Paese, dove volevano far conoscere alle donne la possibilità di produrre assorbenti lavabili, sostenibili anche dal punto di vista ambientale. Nella seconda parte del loro percorso si sono soffermate per quattro giorni in una comunità chiamata CasaNepal. In questa parte del loro viaggio hanno vissuto un’esperienza molto più forte sul piano umano, perché a diretto contatto e confronto con donne provenienti da reali condizioni di difficoltà e di emarginazione. Nel corso del loro viaggio non hanno incontrato donne che rifiutavano il loro aiuto, anzi erano molto incuriosite dalle loro proposte.

All’evento hanno partecipato anche altri quattro ragazzi, Carlo Bettinelli, Alexis Ftakas, Ettore Camerlenghi e Luca Pozzolini, chiamati anche “I Gommonauti”, i quali hanno affrontato il corso del fiume Reno in otto giorno, partendo da Basilea fino ad arrivare a Bratislava. Hanno mostrato il loro video “Panta Reno”, nel quale si muovevano unicamente per mezzo di un canotto che hanno chiamato Paolo, in onore del nonno di Ettore, il quale nel 1958 intraprese un viaggio simile con alcuni suoi famigliari e compagni.

Nel corso dell’incontro sono stati proiettati altri due video, “Da Lenin a Lennon”, di Davide Carnevale, Gianluca Perrino e Giulia Tomasoni e “Rosadeiventi” di Alessandra Cappelletti e Alice Zecchinelli.

L’evento da subito è stato definito informale, perché i viaggiatori volevano instaurare un rapporto di confronto diretto e di dialogo tra loro e gli ascoltatori, un pubblico composto soprattutto da giovani, incuriositi e allettati dalle esperienze vissute dai protagonisti. Hanno preso parte al dibattito anche adulti, esponendo le proprie esperienze vissute in viaggio a contatto con altre culture e popoli.

Come ultima impressione, gli incontri organizzati da “FuoriRotta” hanno suscitato un forte interesse nei confronti di ragazzi under30, desiderosi di poter prendere parte a un’esperienza del genere al più presto.