“Archeologia, storia ed etnografia”: una conferenza, venti ospiti

Pubblicata il 07/05/2017

di Sara Fedel e Sofia Folghereiter

 

Nella mattinata di giovedì 4 maggio, per il 65. Trento Film Festival, si è tenuta nella Sala Conferenze Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, la conferenza “Archeologia, storia ed etnografia”, con Franco Marzatico in veste di mediatore. Si proponeva come una presentazione di varie indagini di carattere storico e culturale, condotte sul territorio trentino e montano. Tuttavia, le molte e diverse tematiche sono state esposte in maniera confusa, talvolta dispersiva e collegate tra loro in una successione poco chiara, probabilmente anche a causa del grande (forse esagerato) numero di ospiti che hanno presenziato con le loro ricerche all’incontro. Stiamo parlando di un gruppo di circa 20 persone, rappresentanti di diversi enti di ricerca archeologica sul territorio, come per esempio Rossella Duches dal MUSE, Elisabetta Mottes dalla Soprintendenza Beni Culturali o Maurizio Battisti dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto. I loro interventi sono stati compressi in un arco di tempo decisamente troppo limitato per la mole del materiale. Il poco tempo a disposizione, li ha costretti a fitte parlantine straripanti di informazioni, che non hanno permesso al pubblico di assimilare completamente le argomentazioni e i termini tecnici utilizzati nelle loro esposizioni. Dal punto di vista linguistico e di contenuto, è stato utilizzato generalmente un registro specifico e scientifico, decisamente però non adeguato al contesto pubblico e cittadino della conferenza: infatti, nonostante il nostro forte interesse per l’argomento, non essendo pratiche nell’ambiente della ricerca archeologica universitaria, non siamo riuscite ad apprezzare pienamente quelli che siamo sicure fossero ottimi argomenti. Una conferenza di questo genere sarebbe quindi stata molto più coerente se tenuta in un ambiente più professionale, come per esempio all’indirizzo di beni culturali dell’università di Trento, dove avrebbe potuto contribuire a ricerche o approfondimenti nel programma di studio degli studenti della facoltà. Non si può negare tuttavia la sua conformità alle tematiche del Festival, in quanto era dedicata alla branca dell’archeologia inerente agli ambienti montani, focalizzandosi in particolare su diversi siti di importante valore storico e culturale presenti nel nostro territorio. In conclusione, nonostante le buone premesse iniziali e la curiosità che ci ha spinte a partecipare, non siamo riuscite ad essere pienamente soddisfatte da un incontro di cui, forse, avevamo aspettative troppo alte.