IL SOCCORSO ALPINO: UN SERVIZIO INSOSTITUIBILE

Pubblicata il 04/05/2017

FedericoZuanni_TFF_093bdi Alessia Bussotti e Elena Gasperotti

 

Mercoledì 3 maggio, alle 11, si è tenuta una conferenza nella Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto dal titolo “50 anni con Don Hurton: da Solda ad Amatrice e Rigopiano”, dedicata per l’appunto a Don Hurton, fondatore delle unità cinofile del soccorso alpino.

Attraverso la mediazione dello scrittore e giornalista Stefano Ardito, hanno preso parte all’evento il presidente nazionale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Maurizio Dellantonio, i presidenti del Servizio provinciale Trentino e Alto Adige, Adriano Alimonta e Giorgio Gajer, i quali hanno evidenziato i maggiori obiettivi che si pongono per sensibilizzare i giovani a prendere parte all’attività, mantenendo passione e credibilità.

Josef Hurton, 90enne di origini slovacche, ha trascorso la sua infanzia tra Germania e Ungheria, per poi tornare in Cecoslovacchia. È un superstite della seconda guerra mondiale: durante il periodo comunista è stato deportato in Boemia nei campi forzati. Dopo essere scappato, si è trasferito a Roma e sotto la richiesta da parte del vescovo di recarsi a Solda a prestare soccorso, accetta. Da lì introdusse l’iniziativa di aggiungere le unità cinofile, attività per il soccorso in superficie. I cani da valanga e da superficie si sono rivelati più volte fondamentali, anche nelle recenti catastrofi verificatesi ad Amatrice e a Rigopiano.

Don Hurton, nel discorso di Giorgio Gajer, è stato definito come un “faro” e in altre occasioni una persona carismatica, a cui rivolgersi in qualsiasi momento, nonostante l’età avanzata.

Stefano Ardito, in un secondo intervento, ha esposto alcune differenze sostanziali tra le Alpi e gli Appennini. Le regioni appenniniche infatti mostrano una minore consapevolezza della morfologia del loro territorio e quindi la mancanza di memoria degli abitanti nei confronti delle catastrofi che si sono verificate negli ultimi anni.

Il presidente del Servizio provinciale dell’Alto Adige, Markus Reinstadler, è l’unico a tenere corsi provinciali di addestramento a Solda.

A seguito di un’intervista, Maurizio Dellantonio ha ammesso quanto possa essere psicologicamente pesante soccorrere le persone disperse, ma essendo volontario ha intrapreso una scelta autonoma e quindi consapevole del possibile coinvolgimento emotivo.

I social, i programmi TV e i giornali online hanno permesso alla popolazione di venire a conoscenza del soccorso cinofilo alpino e di come opera sul territorio nazionale: la diffusione di queste informazioni è di aiuto al servizio stesso, in quanto sono pochi i volontari cinofili disposti a condurre la loro vita dietro a quella del proprio cane.

La missione è quindi quella di ricostruire il filo che collega la comunità alla montagna e quella di poter garantire un servizio insostituibile da nessun apparecchio elettronico, nonostante stiano ricercando nuove metodologie che possano fornire un ausilio.