La storia del festival in 65 anni di manifesti

Pubblicata il 09/11/2017

Venerdì 10 novembre alle 18:30 a Palazzo Roccabruna sarà inaugurata, in collaborazione con le Camere di Commercio di Trento e Bolzano, la mostra dal titolo I manifesti del Trento Film Festival dal 1952 al 2017

All’evento saranno presenti, tra gli altri, i presidenti delle due Camere di Commercio, rispettivamente Giovanni Bort e l’On. Michl Ebner, i vertici del Trento Film Festival, tra cui il presidente, Roberto De Martin e la direttrice, Luana Bisesti e il curatore dell’esposizione, l’architetto Roberto Festi.

«Questa mostra – ha spiegato Roberto De Martin – racconta 65 anni di storia del festival, durante la quale grandi artisti hanno riassunto ciò che voleva esprimere ogni edizione della rassegna con grafiche e illustrazioni che costituiscono delle vere e proprie opere d’arte che, ancora oggi, continuano a rappresentare il primo atto con il quale la manifestazione si presenta al suo pubblico. In questo senso i manifesti indicano, per le edizioni di Trento e Bolzano del festival, un cammino da seguire insieme, così come si fa in montagna quando si percorrono i sentieri in compagnia di amici o dei propri pensieri, alla ricerca di quelle sensazioni che le alte quote possono regalare».

«Abbiamo la fortuna di vivere in un angolo di Terra straordinario – hanno evidenziato Giovanni Bort e Michl Ebner -che custodisce paesaggi irripetibili e coltiva tradizioni affascinanti, ma per capirne l’importanza dobbiamo aprirci a una cultura che mantenga vivo in noi il legame con il nostro territorio per incrementarne lo sviluppo e crediamo che occasioni come questa che ci offre il Trento Film Festival siano preziose e illuminanti».

La mostra, curata dall’architetto Roberto Festi, si sviluppa lungo le splendide sale di Palazzo Roccabruna, attraverso un itinerario cronologico, offrendo al visitatore la possibilità di potere ammirare i manifesti di tutte le edizioni della rassegna realizzati dai vari artisti che si sono succeduti negli anni, da Emanuele Luzzati a Ro Marcenaro, da Raymond Peynet a Flavio Faganello, da Xavier Poiret a Samivel, da Guido Scarabottolo a Sergio Toppi.

«L’esposizione, sotto certi aspetti, rappresenta anche un piccolo “Bignami” della nostra storia – ha evidenziato Luana Bisesti – perché ogni manifesto è una sintesi di ciò che ogni anno la rassegna voleva esprimere e raccontare, ponendosi anche come anticipatore di future tendenze, così come ha scritto Franco de Battaglia nell’introduzione del catalogo della mostra. E tutto questo il festival lo ha fatto privilegiando l’arte del disegno come forma di comunicazione, così come si faceva fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, quando poi la fotografia ha avuto il sopravvento nella pubblicità attraverso i manifesti. Sotto molti aspetti l’uso del disegno è diventato così un tratto distintivo del festival».

La mostra è stata curata da Roberto Festi, architetto, autore di numerosi studi storico-artistici, molti dei quali dedicati alla grafica pubblicitaria, all’illustrazione e al fumetto, pubblicati come cataloghi di mostre. Il curatore, profondo conoscitore dei temi legati alla cultura mitteleuropea e in particolare alle arti viennesi di inizio Novecento, si è occupato altre volte della rassegna, scrivendo per i cinquant’anni della stessa un volume proprio sui manifesti del festival.