L’ “alpinismo normale” raccontato da Giancarlo Pauletto

Pubblicata il 30/04/2019

Oggi alle 18.00, nella sala Conte di Luna di Palazzo Roccabruna, in un frizzante dialogo con Carlo Ancona, storico consigliere del Trento Film Festival, l’alpinista Giancarlo Pauletto ha presentato il suo ultimo libro: “Un alpinista qualunque. Storie di monti e natura” (Ediciclo Editore, 2018)


“Un alpinista qualunque”, oltre ad essere il titolo dell’opera, è anche un termine che definisce la personalità dell’autore: un vivace settantenne, felice e orgoglioso delle sue “normali” conquiste alpinistiche condivise con i migliori compagni di viaggio al suo fianco. Il libro, estremamente scorrevole, racconta un lato umano e sensibile di vivere la montagna, «non la corsa frenetica verso la cima ma piuttosto il piacere duraturo delle piccole grandi fatiche», come ha suggerito Carlo Ancona.

Per Giancarlo la normalità della sua infanzia e giovinezza è stata la fortuna di nascere e crescere ai piedi del Monte Cavallo, una certezza da ammirare quotidianamente, in lontananza. Ogni giorno, fin da ragazzo, si immaginava la conquista del “Fujiyama della pianura veneta”, come lo definisce lui. Questo monte ha rappresentato per l’autore una porta sull’avventura che lo ha stimolato a compiere piccole graduali spedizioni, fino alla più grande impresa del suo alpinismo qualunque: la conquista della vetta.

Piccole spedizioni quasi sempre di non grande impegno, arricchite da amicizie, canti e semplici pasti nei rifugi e nelle baite. Escursioni che l’autore definisce, ironicamente, «imprese epiche» e che nella loro semplicità fanno da scenario a episodi in cui non ci si annoia.

Dopo l’entusiasmo giovanile, dedito interamente allo sfoggio della forza e della velocità nel raggiungere la cima, Giancarlo ha riscoperto in età adulta la meraviglia che sa regalare la montagna a tutte le altitudini. «Non è facile dire perché rimaniamo incantati dalla bellezza di un paesaggio» ha affermato Pauletto. «In un primo momento il paesaggio ti fa rimanere sospeso, ti fa sentire piccolo, ma questa grandiosità non schiaccia, piuttosto fa venire voglia di andare ad esplorare». Solo recentemente infatti Giancarlo è rimasto estremamente affascinato dalla meraviglia dei fiori di montagna, tanto da diventarne un esperto e appassionato.

«Per me la montagna non è solo montagna. È anche tutto quello che viene prima e che viene dopo. È pensarci la sera prima di andare a dormire. È un’atmosfera». La testimonianza di Giancarlo è la prova che si può trasmette l’amore per la montagna anche essendo alpinisti normali.

Testo di Chiara Righi

Foto di Samuele Tressoldi