La vita fuori traccia di Louis Oreiller: quando l'amore per la montagna diventa racconto

Pubblicata il 28/04/2019

“Da un aneddoto di fronte a un caffè ha preso vita la storia di questo personaggio, Louis Oreiller: un bastian contrario, un montanaro aperto con idee rivoluzionarie”. Si è presentata così Irene Brugna, l’autrice che ieri pomeriggio ha raccontato a Palazzo Roccabruna il suo libro “Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia”. Accompagnata dal direttore editoriale del Club Alpino Italiano Alessandro Giorgetti, Irene Borgna ha delineato il ritratto autentico di Louis Oreiller e ha saputo cogliere la presenza viva di un uomo che appare come un personaggio d’altri tempi.

In un mondo come quello della piccola valle valdostana di Rhêmes, Louis Oreiller ha condotto una vita piena, appartata e vicina al territorio. Cresciuto a Rhêmes-Notre-Dame (“un pugno di case, le persone dotate di un minimo di buon senso hanno una casa a valle” ci svela l’autrice) non ha mai smesso di immaginare un futuro per le sue montagne. Scultore del legno con grande rispetto per la natura e gli alberi, Louis è nato nel 1934 e si definisce un vecchio stambecco. L’autrice ha saputo cogliere le sue sfumature più intime, farsi da parte, rispettare i confini e imparare una lingua, il patois valdostano. Ha scritto una storia sincera che ci ha restituito con un linguaggio antico e vernacolare.

“Il pastore di stambecchi. Storia di una vita fuori traccia” è un titolo che va ad aggiungersi alla collana “Passi” edita dal Club Alpino Italiano e Ponte delle Grazie ed è tra i finalisti della 45/a edizione del Premio Itas del Libro di Montagna. I vincitori verranno premiati il prossimo sabato 4 maggio al Gala di Premiazione che si terrà al MuSe.

Testo di Valeria Marchiori

Foto di Sara Lattisi