L'utilizzo trasversale delle proteine antigelo: i risvolti in ambito medico e alimentare degli studi sulle larve
Pubblicata il 29/04/2019
Terzo appuntamento del festival con il Caffè scientifico che ogni giorno richiama curiosi e appassionati al Rifugio Moderno della Scienza. Il fisico Alessandro Garofalo ha dialogato di creatività, ricerca e innovazione con l’idrobiologa Valeria Lencioni
In un universo dove le dimensioni dello spazio e del tempo rappresentano l’asse x e l’asse y, emerge un nuovo asse, quello delle cime e dell’alta quota: l’asse z. E’ con questa immagine che stamane in Piazza Lodron Valeria Lencioni ha raccontato i suoi studi sugli ecosistemi acquatici alpini.
La responsabile della sezione di zoologia degli invertebrati e idrobiologia del MuSe ha dialogato con Alessandro Garofalo, fisico, divulgatore e grande innovatore. Protagoniste della discussione la creatività e l’innovazione: la prima è all’origine di tutte le nuove idee, la seconda le trasforma e le rende profittevoli. Un processo che non sarebbe possibile senza l’applicazione di un metodo, ogni idea va infatti implementata con determinazione e dedizione. «Genius is one percent inspiration, ninety-nine percent perspiration» per citare Thomas Edison.
Ma cosa c’entra la Diamesa Steinboeki con l’innovazione? Occorre innanzitutto precisare che la Diamesa Steinboeki è un insetto acquatico, una forma di vita che abita le acque gelide. Questa larva è stata studiata da Valeria Lencioni dopo che, per errore, venne dimenticata in un refrigeratore rendendo possibile una fondamentale scoperta: la larva sopravvive all’ibernazione. Lascia che il suo corpo si riempa di cristalli di ghiaccio e la sua emolinfa (l’equivalente del nostro sangue) accumuli un’enorme quantità di zuccheri utile a sopravvivere alle condizioni di vita più inospitali. Queste forme di vita sintetizzano delle glicoproteine antigelo, un aspetto che ha dei risvolti importantissimi anche per l’uomo. Tali proteine vengono infatti utilizzate in ambito medico per la conservazione delle cellule staminali, dei tessuti tumorali e degli organi destinati al trapianto. Molte le applicazioni anche in ambito alimentare per la conservazione di vegetali e carni congelate (tecnica che permette di preservarne le proprietà nutritive) e per la conservazione del gelato. Resta da chiedersi cosa ne sarà di queste forme di vita quando la temperatura del pianeta e delle acque artiche aumenterà.
L’intenso appuntamento odierno è stato accompagnato dalla presenza dello staff del Panificio Moderno che ha offerto una varietà speciale di filter coffee, il vero caffè americano. Uno speciality coffee proveniente da Santa Barbara e prodotto dalla torrefazione Lelli di Bologna.
Testo di Valeria Marchiori
Foto di Stefano Vanucci