“Destinazione… Argentina”: lo sguardo del Trento Film Festival su una terra di migrazioni e alpinismo

Pubblicata il 24/02/2025

Dopo l’Irlanda, la sezione speciale di quest’anno sarà dedicata all’Argentina, Paese con il quale il Trentino ha intessuto nei secoli un legame profondissimo, tra migrazioni e imprese alpinistiche. Nel programma cinema, diverse anteprime internazionali e due restauri.


“Destinazione…” è la sezione del Trento Film Festival che dal 2011 propone eventi e proiezioni dedicati alla cinematografia e allo specifico culturale di altri Paesi e aree geografiche. Quest’anno, la scelta si è orientata su un territorio – l’Argentina – che ha sviluppato un profondissimo legame con il Trentino, in una duplice veste. Da un lato, i rapporti fra Trento e Buenos Aires hanno radici profonde, costruite su una lunga storia di migrazione e scambi culturali, sociali ed economici: una relazione evolutasi nel tempo, partendo dalle grandi ondate migratorie trentine verso l’Argentina nel XIX e XX secolo, e un esempio virtuoso di come proprio le migrazioni possano generare legami duraturi tra territori. Dall’altro lato, il Festival stesso, specializzato in cinema di montagna e alpinismo, esplora già da decenni il Paese sudamericano come dimora di alcune fra le catene montuose più iconiche del mondo: le Ande, ma soprattutto le vette della Patagonia. Le cime frastagliate di Fitz Roy e Cerro Torre, rinomate per le loro sfide tecniche e la bellezza naturale dei paesaggi che le circondano, hanno attratto negli anni avventurieri e scalatori esperti – parecchi dei quali proprio trentini – ma anche registi e documentaristi desiderosi di catturare storie di coraggio e resilienza umana.

Per quanto riguarda l’aspetto squisitamente cinematografico, sono «due le motivazioni che ci hanno spinto a scegliere l’Argentina quale “meta” di “Destinazione…”» spiega Mauro Gervasini, responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival. «La prima è che quella argentina è stata per decenni la principale cinematografia di lingua spagnola dell’America Latina, insieme a quella messicana. Con un bacino di pubblico molto vasto e uno star system importantissimo, l’Argentina è stata un punto di riferimento imprescindibile per la cinematografia sudamericana. Una nuova generazione di cineasti, negli ultimi 25 anni, ha segnato una specie di rivoluzione estetica che dai principali festival mondiali ha poi influenzato altre cinematografie, non solo quelle dell’area ispanica. Si tratta di registi quali Lucrecia Martel, Rodrigo Moreno, Lisandro Alonso, Santiago Mitre, Pablo Trapero, Fabián Bielinsky, Juan José Campanella, Gaston Solnicki, Mariano Cohn e Gastón Duprat. Ma non possiamo non citare Mariano Llinás, che con Laura Citarella e altri registi ha fondato El Pampero Cine: una società creativa, prima ancora che produttiva, di enorme forza propulsiva».

«Il secondo motivo per cui è sembrato urgente dedicare una sezione del Festival al cinema dell’Argentina» prosegue Gervasini «riguarda il presente. A causa di una flessione dei contributi pubblici, la filiera produttiva argentina rischia di uscire dall’attuale congiuntura economica e politica con un ridimensionamento importante e preoccupante. Accendere un faro adesso sulla sua produzione ci pareva particolarmente prezioso proprio per sottolineare l’imprescindibilità, a livello artistico internazionale, del cinema di Buenos Aires e dintorni».