E' il giorno del Premio Antropocene MUSE e del Premio Cinema per i diritti umani

Pubblicata il 28/04/2025

I due riconoscimenti speciali vanno ad “Apple Cider Vinegar” di Sofie Benoot e a “All The Mountains Give” di Arash Rakhsha


Il Premio Antropocene Muse è istituito dal MUSE – Museo delle Scienze di Trento e assegnato all’opera che meglio racconta il rapporto tra l’umanità e il resto del mondo naturale nell’epoca dell’Antropocene. In questa 73a edizione del Trento Film Festival il riconoscimento è stato assegnato a Apple Cider Vinegar di Sofie Benoot (Belgio/2024/80’). «Il film affronta il tema dell’Antropocene da una prospettiva diversa dal solito. Rappresenta una meditazione piena di humor e malinconia sul nostro rapporto con la natura, tramite le rocce e i minerali, un mondo che consideriamo un substrato inerte e nulla più, e che invece si rivela vivo, dinamico e indissolubilmente legato alla nostra esistenza. Un film a sua volta stratificato e complesso: diario di una ricerca, indagine esistenziale, riflessione globale»: così ha motivato la propria scelta la giuria, presieduta da Stefano Bruno Galli, presidente del Muse, e composta dal direttore del Muse Massimo Bernardi, da Elisabetta Filosi, da Christian Casarotto, da Davide Dalpiaz, da Fabio Pupi e da Luca Scoz.

La regista del film vincitore, Sofie Benoot, è nata a Bruges nel 1985, ma vive e lavora a Bruxelles. È insegnante al master in cinema della LUCA School of Arts di Bruxelles e ha vinto il Premio Caligari alla Berlinale con il film Victoria nel 2020. I suoi film sono dei collage di storie diverse, assemblati con cura in modo da rivelare connessioni nascoste.

Il Premio Cinema per i diritti umani, istituito dalla Fondazione Campana dei Caduti e Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani viene assegnato all’opera che maggiormente sappia comunicare i valori fondanti le due istituzioni e sensibilizzare il pubblico sulle tematiche dei diritti umani, della pace, della sostenibilità e della conoscenza e il confronto dei popoli e delle culture. Il riconoscimento va quest’anno a All The Mountains Give di Arash Rakhsha (Iran/2023/90′). La giuria – presieduta da Katia Malatesta e composta da Marco Marsilli, Morena Berti e Riccardo Santoni – ha motivato così la propria scelta: «Attraverso lo sguardo compartecipe del regista e cineoperatore, che ha conosciuto in prima persona la condizione delle comunità curde costrette al lavoro di Kolbari lungo il confine iraniano, il film valorizza tutte le possibilità del cinema documentario, restituendo, con eccellenza stilistica, l’assoluta precarietà della vita di un popolo senza diritti e senza patria. Nella minuta quotidianità dei protagonisti l’autore coglie lo stretto legame tra povertà, sfruttamento lavorativo e privazione della libertà di scelta, ma anche una strenua capacità di resilienza radicata nella dignità delle relazioni».

Arash Rakhsha è un regista nato nel 1985 a Kermanshah (Kurdistan, Iran) e cresciuto in una famiglia povera con la passione per l’arte e la letteratura. Dopo essere stato ammesso al corso di letteratura drammatica dell’Università di Teheran, ha iniziato a lavorare in un’agenzia fotografica. In seguito si è laureato in cinematografia. All The Mountains Give è il suo debutto alla regia.