VIAGGIATORI NEL TEMPO, IL TEMPO NEL VIAGGIO
Dal disegno alla fotografia di Alessandro Franceschini e Rosario Sala, a cura di Eva Lavinia Maffei
La ricerca dell’anima dei luoghi di Alessandro Franceschini e Rosario Sala, a cura di Eva Lavinia Maffei, ha come obiettivo la creazione di un percorso di riflessione sul dilatare o ridurre i tempi di creazione di un diario di viaggio. Fin dalle origini, gli esploratori erano soliti documentare le loro scritture diaristiche, con illustrazioni o fotografie. Con l’avvento del digitale i tempi sono potenzialmente ridotti, ma i viaggiatori continuano a soffermarsi in atti di contemplazione, cercando di catturare il valore estetico ed emotivo di un istante o di un momento più espanso. Attraverso una diade artistica, Franceschini e Sala, propongono il confronto tra due mezzi di racconto del viaggio - il disegno, nel primo caso, la fotografia, nel secondo - ma anche tra due modalità stesse di spostamento - in treno, nel caso di Franceschini, in motocicletta, nel caso di Sala-. Ne emerge un racconto ritmato, non privo di similitudini, scandito dal susseguirsi di tempi meditativi e dinamiche coinvolgenti attraverso il quale si narra l’esplorazione, lo stupore, la curiosità, l’incontro.
I viaggi di Franceschini e Sala, pur essendo avvenuti in contesti e tempi diversi, presentano alcuni elementi di affinità che la mostra intende mettere in evidenza, attraverso un percorso di abbinamento delle immagini. Architetture di Paesi lontani, animali esotici, paesaggi sconosciuti sono presenti nei racconti dei due viaggiatori, rappresentati con lo stile proprio di ciascuno dei due.
Ne nasce un interessante «dialogo a distanza», capace di elevare l’evento personale del viaggio a astrazione di esperienza universale: il viaggio, in fondo, è soprattutto un percorso dentro se stessi e le immagini, riportate sul diario o dentro la memoria della macchina fotografica digitale, diventano dei tasselli di questo sentiero interiore, capaci di ricordare la strada percorsa, suscitare nuove consapevolezze e suggerire la direzione delle tappe successive del viaggio e talvolta della vita.
Lo spazio archeologico Sass rende l’allestimento a "forma" di percorso, in un luogo dove ci si immerge in un paesaggio diverso dai muri bianchi di una galleria o di un palazzo, un luogo che pone il visitatore in un contesto simile al viaggio, dove la sensazione data dalla pietra accompagna a concentrarsi sulle visioni e sul ritmo dell'allestimento. I colori caldi dei paesaggi, delle architetture e dei personaggi nelle fotografie e nei disegni aiuteranno a dimenticare per il tempo di quel viaggio la nostra società veloce e moderna, talvolta fredda e asettica. Anche ai viaggiatori più esperti e agli amanti della natura la visita della mostra offrirà l'occasione di immergersi nella dimensione tanto intima quanto universale dell’immaginario del viaggio.