Amici fragili: cinque film recenti (e un cortometraggio) per riflettere su alberi e boschi

Pubblicata il 09/04/2019

Il festival non poteva ignorare il disastro che ha colpito le nostre montagne, con milioni di alberi abbattuti dal maltempo: un programma speciale, in collaborazione con Fondazione Dolomiti UNESCO, porterà le foreste nel cuore della 67. edizione.


Subito dopo lo shock dei massicci abbattimenti causati dal “ventomoto” sulle Dolomiti è emerso il desiderio di elaborare, all’interno del programma, la profonda reazione emotiva che quelle immagini hanno suscitato, e la rivelazione della fragilità di un patrimonio naturale che eravamo abituati a considerare eterno. Una ricognizione della produzione cinematografica recente ha rivelato diverse opere che mettevano al centro alberi e foreste, ed è nato così, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO (con il contributo dei Fondi Comuni di Confine) in occasione del suo decennale, il desiderio di riunirli in un programma speciale intitolato Amici fragili: un programma su alberi e boschi nel tempo dei cambiamenti.

Le Temps des forêts (Francia, 2018) di François-Xavier Drouet è l’ideale introduzione al tema: le foreste francesi stanno cambiando, questi simboli di natura autentica vivono una fase di industrializzazione senza precedenti, tra meccanizzazione, monocoltura, fertilizzanti e pesticidi. Un illuminante viaggio nel cuore della “foresta industriale” e alla scoperta delle sue alternative.

Amici fragili_Bamboo Stories_1Lo sfruttamento del legname è al centro anche dello spettacolare Bamboo Stories (Germania/Bangladesh, 2019, anteprima italiana). Il pluripremiato regista del Bangladesh ma attivo da anni in Germania, Shaheen Dill-Riaz, introduce lo spettatore al mondo degli uomini che lavorano duramente da generazioni nei boschi e sulle zattere lungo il fiume, per consegnare il bambù ai grossisti della capitale Dacca.

Anteprima italiana anche per Wildland (Stati Uniti, 2018) su un’altra minaccia, forse la più comune, che insidia i boschi del mondo: gli incendi. Girato nel corso di una stagione nello stato dell’Oregon, l’epico documentario di Alex Jablonski e Kahlil Hudson è un avvincente resoconto della formazione di una squadra di vigili del fuoco in lotta con la paura, la lealtà, sogni e demoni.

Walden (Svizzera, 2018) del regista e artista Daniel Zimmermann, che ha già presentato a Trento i geniali cortometraggi Stick Climbing e Lauberhornrennen im Sommer, propone in 13 impressionanti piani sequenza circolari, una vera e propria sfida stilistica che ha ipnotizzato gli spettatori in tutto il mondo, il provocatorio trasporto di una partita di legname da una foresta austriaca all’Amazzonia brasiliana.

Amici fragili_Acid Forest_1Gli alberi di Acid Forest (Lituania, 2018) sono ancora in piedi, ma non se la passano benissimo, a causa dell’aggressione chimica degli escrementi dei cormorani che hanno eletto questo bosco a propria ideale residenza. Questo paesaggio naturalmente devastato, paradossalmente diventato un’attrazione turistica, è stato ritratto dall’artista Rugilė Barzdžiukaitė (che rappresenterà la Lituania alla Biennale Arte 2019) in un ironico e brillante film-saggio sul rapporto tra uomo e natura.

Unico cortometraggio della sezione la visionaria opera di animazione Forest on Location (Olanda/Germania/Polonia, 2018) degli artisti olandesi Persijn Broersen e Margit Lukács, ricostruzione digitale astratta della foresta vergine di Białowieża, in Polonia, attraversata dalla presenza e dal canto di un misterioso personaggio.

INIZIATIVE ED EVENTI

Non saranno solo film e documentari a far riflettere il pubblico del festival sulla fragilità della natura e sul futuro di boschi e foreste.

La mostra “Sradicati. Illustratori per il bosco” è un’iniziativa dello Studio d’Arte Andromeda, che ha chiamato a raccolta 37 illustratori trentini invitandoli a fare una riflessione sul bosco a seguito dei devastanti eventi atmosferici dell’ottobre scorso che hanno colpito il nostro territorio.

Anche il libro fotografico “Immagini per non dimenticare” di Ervino Filippi Gilli mette al centro l’impatto della tempesta Vaia sui boschi trentini: realizzato a tempo di record, contiene 124 fotografie in un confronto con l’alluvione del 1966, 32 foto della piena, 62 immagini delle piante abbattute e delle case scoperchiate, 30 foto e 15 confronti tra il prima ed il dopo. Sceglie invece la strada dell’illustrazione, mantenendo lo stesso tema, il libro “Le Dolomiti dopo la tempesta” (Valentina Trentini) di Erika Di Marino, illustrato da Anna Formilan.

vito-mancuso-3Tanti anche gli incontri pubblici, da quello con il filosofo Vito Mancuso, che domenica 28 aprile rifletterà sulla fragilità della bellezza, al dialogo di giovedì 2 maggio tra Michele Lanzinger, Emanuele Montibeller e il filosofo Silvano Tagliagambe sull’uomo, l’arte, la natura e il tempo, fino al Caffè Scientifico di venerdì 3 maggio sul clima e la salute del bosco, con Cristina Salvadori e Nicola La Porta (Fondazione Edmund Mach).

Non poteva mancare un omaggio a Jean Giono e al suo capolavoro “L’uomo che piantava gli alberi”: mercoledì 1 maggio Nadia Ischia e Laura Lotti terranno una lettura animata con i disegni di sabbia ispirati dal libro, un modo suggestivo e creativo per pensare e al rapporto tra uomo e natura.