Il cambiamento climatico e la desertificazione dilagante hanno devastato le terre della Mongolia. Negli ultimi anni, moltissimi nomadi si sono trasferiti dalle campagne ai quartieri urbani di Ger. Davaasuren e sua moglie Otgonzaya pascolano i loro animali nel deserto del Gobi, così come facevano le generazioni che li hanno preceduti. L’instabilità degli sconvolgimenti ambientali sta però mettendo a rischio il loro futuro. Quando metà della mandria muore in una tempesta di sabbia, la coppia, insieme alla propria famiglia, prende la dolorosa decisione di trasferirsi in città.
Regista e sceneggiatrice di film ibridi, lavora collaborando con i protagonisti dei suoi film. Ha studiato regia di documentario presso la Escuela Internacional de Cine a Cuba e in precedenza ha studiato teatro presso la CSU University Australia. Fa parte del programma “Berlinale Talents” e degli alumni di Doc Station.
Premi
Premio della Giuria
Ed. 2025
Fin dalle prime immagini, la regista Gabrielle Brady costruisce una visione ipnotica, immergendoci nella vita quotidiana di una famiglia mongola. Con una profonda sensibilità e uno sguardo intimo e umanistico, crea un film ibrido che intreccia scene di finzione, realizzate in collaborazione con i protagonisti stessi. Con un ritmo narrativo costante e profondo, Brady alterna momenti del lavoro quotidiano, come il pascolo delle pecore, a istanti di gioia familiare intima. Non esita a mescolare la felicità spensierata con il peso del dramma, come si vede quando Davaasuren, il padre, scopre che una tempesta di sabbia ha ucciso gran parte del suo gregge, o quando è costretto a vendere il suo amato cavallo per trasferirsi in città. Il personaggio lotta interiormente con l’incertezza del futuro e il suo profondo attaccamento all’ambiente circostante, e noi spettatori lo accompagniamo in quel viaggio emozionale. La stranezza di un ambiente urbano, nuovo e ostile, consente al regista di inserire una nota poetica: il ritorno del cavallo amato in una sequenza onirica e simbolica che lascia intravedere un barlume di speranza in mezzo allo sradicamento.
Premio Gruppo Dolomiti Energia - Energia sostenibile
Ed. 2025
Per la qualità artistica, l’intensità della narrazione e la regia curata con i protagonisti co-sceneggiatori. Per come è raccontato il legame ancestrale tra esseri umani e forze della natura, vitali e insieme rigeneratrici. Un film ibrido, tra finzione e documentario, in cui la potenza della tragedia personale diventa metafora universale degli effetti dei cambiamenti climatici.
Premio Green Film
Ed. 2025
Un film delicato, potente e simbolico, che racconta gli effetti del cambiamento climatico su una famiglia di pastori, su una comunità, su un intero mondo che scompare, toccando il tema spesso dimenticato ma cruciale dei migranti climatici.