Il futuro dello sport e del turismo è la sostenibilità
Pubblicata il 28/04/2019
Nella Sala Conte di Luna di Palazzo Roccabruna si è parlato oggi di natura, turismo, sport, escursioni tematiche e creative, camminate serali, laboratori a km zero, osservazione della fauna e molto altro. Gli ospiti dell’incontro moderato da Santino Cannavò, responsabile nazionale politiche ambientali dell’UISP (Unione Italiana Sport Per tutti), hanno condiviso con il pubblico il loro comune obiettivo di tutelare e promuovere il territorio tramite attività sportive e turistiche sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Nel 2019, l’anno che celebra il turismo lento, è particolarmente significativo proporre esperienze turistiche e sportive che si differenziano dal tradizionale turismo di massa che spesso non rispetta i ritmi dell’ambiente in cui viene ospitato. Un turismo attento è la chiave per cogliere appieno i colori, i profumi, i sapori, i rumori e i racconti di un luogo. Al ritorno a casa, il turista non si è dimostrato un consumatore passivo ma un protagonista del territorio con il quale ha instaurato un dialogo autentico.
Come è possibile tuttavia coniugare al meglio turismo, sport e rispetto dell’ambiente? Fortunatamente, l’attenzione nei confronti delle aree protette è in crescita e si sta già affermando in tutto il territorio nazionale un modello in cui natura, sport e turismo non rimangono ambiti distaccati e paralleli, ma vengono coniugati nell’offerta del territorio. Esistono da Nord a Sud iniziative interessanti per fruire, senza alterarne l’equilibrio, dello straordinario patrimonio naturale, paesaggistico e culturale del nostro paese, e gli ospiti di oggi ce lo hanno dimostrato.
Ad aprire l’incontro Giovanni Toldo, referente di Collettivo Pepe Cooter, un’associazione fondata a Rovereto con lo scopo di uscire alla scoperta degli angoli sconosciuti dietro la porta di casa, e Luca Albrisi di The Clean Approach. Le loro iniziative riconsiderano l’outdoor come una pratica inclusiva, che prescinde dall’agonismo: escursioni serali e notturne, yoga nel bosco, attività in piccoli gruppi, bikepacking (ciclo escursionismo di montagna). Un outdoor lento e green che insegna anche piccoli accorgimenti e buone pratiche ecosostenibili, come per esempio munirsi di guanti per raccogliere eventuali rifiuti che imbrattano la natura.
A seguire, la testimonianza di Paolo Piffer ed Elisa Travaglia per Rete Riserve Alta Val di Cembra-Avisio, uno strumento di gestione nato nel 2011 da un accordo tra enti locali e provincia di Trento che si estende sul territorio dei comuni di Altavalle, Capriana e Segonzano. «Un territorio attento, che si prende cura del proprio ambiente, è un territorio di valore che può essere comunicato a chi lo visita» ha affermato Piffer. A partire dalla conservazione, delegata alle singole realtà locali, si comunica e si narra il territorio tramite un turismo “a passo lento”, secondo i principi di «lentezza, attenzione ed autenticità» sottolineati da Elisa Travaglia.
Stefano Albergoni è intervenuto invece a nome di Ambiente Trentino, il “tour operator della natura” che da tre anni opera nell’ambito del turismo sostenibile e offre pacchetti di esperienze che mirano allo sviluppo del territorio, delle comunità e delle economie locali. Tra le loro offerte, un’esperienza particolarmente intensa rivolta agli amanti curiosi della natura e dei suoi suoni permette di osservare e ascoltare da vicino, ma con moderazione, la magia del mondo animale: si tratta delle escursioni durante il periodo degli amori dei cervi, quando è possibile assistere ai magici rituali del corteggiamento e ascoltare all’imbrunire i loro bramiti nei grandi parchi naturali trentini.
Per Carlo Di Cosmo, Direttore del Parco Regionale dei Monti Simbruini, uno dei tanti effetti positivi collegati al turismo lento e sostenibile, oltre alla riscoperta delle aree naturali, è anche il contrasto dello spopolamento, in supporto delle attività economiche umane che nel corso del tempo hanno plasmato l’unicità di un territorio. Il progetto del Cammino Naturale dei Parchi, un cammino-trekking che copre ben 430 chilometri dalla via Appia a Roma alla bellissima basilica di Colle Maggio a L’Aquila, supporta le zone colpite dai recenti terremoti e rivaluta le economie locali. Il progetto è sostenuto da Montura.
L’ultimo intervento è stato di Fausto Giovannelli, Presidente Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, istituito nel 2001 e comprendente una superficie protetta di circa 26.150 ettari. Il parco, come ha spiegato il presidente, «è già in una fase matura, che va oltre la sola conservazione: le attività turistiche compatibili e sostenibili che aprono il territorio e ne promuovono la visita stanno aumentando». L’Appennino Tosco-Emiliano è stato istituito dall’UNESCO nel 2015 Riserva MAB (Man and Biosphere), un riconoscimento che dimostra come un equilibro tra comunità umana ed ecosistema è possibile e permette di vivere la natura in modo attivo e responsabile.
Il turismo di valore è quindi un turismo esperienziale che segue i ritmi della natura e delle comunità locali, valorizza le camminate a passo lento e leggero, le degustazioni autentiche, favorisce ricadute economiche durevoli nel tempo, limita il rumore, la confusione, la frenesia e riduce l’impatto ambientale, con escursioni di piccoli gruppi per facilitare le relazioni personali.
Testo di Chiara Righi
Foto di Sara Lattisi