Il grande viaggio della lentezza: paesaggi e incontri lungo la Via della Seta

Pubblicata il 31/08/2020

La Via della Seta, i suoi popoli e i suoi paesaggi sono stati i grandi protagonisti dell’incontro di ieri sera al Teatro Capovolto: David Bellatalla – in diretta dalla Mongolia – e Stefano Rosati hanno presentato il loro libro Il grande viaggio. Lungo le carovaniere della Via della Seta, frutto di anni di lavoro e di scoperte geografiche, emotive e antropologiche. Ospiti anche Fausto de Stefani, alpinista attivo per il sostegno alle popolazioni del Nepal, ed Alessandro de Bertolini, viaggiatore su due ruote impegnato in importanti progetti di esplorazione e sensibilizzazione.

Per Bellatalla, tutto è cominciato trent’anni fa, agli inizi degli anni Novanta: con il suo amico Dino de Toffol, documentarista, hanno percorso a piedi o a dorso di mulo alcune carovaniere della Via della Seta, dalla Turchia al Kirghizistan, dall’Iraq alla Mongolia e ritorno. Hanno impiegato due anni: secondo Bellatalla, il tempo è la dimensione fondamentale del viaggio, perché permette l’incontro e l’imprevisto: “Nella cultura occidentale”, afferma l’antropologo, “siamo abituati a pensare all’imprevisto come un rischio o una perdita di tempo. Ma è proprio nell’imprevisto che si incontrano le persone che poi entrano a far parte della nostra vita”.

Un punto di vista condiviso anche dal fotografo Stefano Rosati, che recentemente ha ripercorso alcune tappe del viaggio di Bellatalla e De Toffol, per documentare i cambiamenti avvenuti in quasi trent’anni. Per il fotografo, “Viaggiare vuol dire andare incontro all’altro, perché sono le persone che fanno il mondo.” Per questo, dice, è necessario prendersi del tempo per entrare in empatia con le persone che si incontrano, prima di fotografarle.

Tuttavia, il tempo è la risorsa più difficile da trovare ai giorni nostri, con il mondo globalizzato in cui anche nei paesi più sperduti della Mongolia centrale i ragazzi hanno gli smartphone, e dove c’era una mulattiera ora c’è un’autostrada. Tutto si è apparentemente velocizzato ma, dice Bellatalla, siamo sempre senza tempo. Anche per Fausto De Stefani, grande alpinista che ha scalato tutti gli ottomila, viaggiare richiede lentezza, per passare da essere turista ad essere viandante, affinché il viaggio o la scalata abbiano un significato. Lui ha dato senso alle sue esperienze di alpinista costruendo varie scuole, con mense, laboratori artistici e un ambulatorio medico in alcuni villaggi del Nepal, perché, afferma: “In quei luoghi l’istruzione è l’unica forma di riscatto”.

E proprio dalle scuole nepalesi di De Stefani partirà il viaggio di Alessandro Bertolini, che pedalerà sulle carovaniere fino a Ulan Bator, per esplorare la dialettica tra ambiente naturale e patrimonio culturale, privo dell’impalcatura di pregiudizi che ci impedisce uno scambio sincero con l’altro. Nella capitale mongola raggiungerà le Ger tradizionali che David Bellatalla ha fatto costruire per le famiglie più povere con il progetto “Una Ger per tutti”. Il progetto, realizzato da Need You Onlus in collaborazione con Montura, Red Cross Mongolia e Rotary, è sostenuto anche dai proventi del libro “Il grande viaggio”: per dare un senso alle esperienze passate e spingere altri a viaggiare.


Testo di Eleonora Forti

Foto di Michele Purin