Il legno della Val di Fiemme e cento cervelli di ghiaccio: l'opera di Marco Nones denuncia l'indifferenza nei confronti dell'ambiente
Pubblicata il 27/04/2019
La performance, realizzata in collaborazione con Fondazione Dolomiti UNESCO e con il contributo del Fondo Comuni Confinanti, è stata presentata oggi alle 11.30 in Piazza Duomo
“Un’installazione artistica ma anche una provocazione, un modo per richiamare l’attenzione di tutti verso la fragilità del nostro ecosistema”: è con queste parole che l’artista Marco Nones ha presentato questa mattina in Piazza Duomo la performance Indifferenza. Cento cervelli umani di ghiaccio in dimensioni naturali, creati in collaborazione con il MuSe di Trento, ognuno appoggiato su una tavola costruita con il legno degli abeti rossi della Val di Fiemme, gli stessi abeti violentemente abbattuti dalla tempesta dello scorso autunno. Allo scioglimento del ghiaccio, sul legno è rimasta una sola importante parola: indifference.
La performance è stata presentata alle 11:30 con il saluto del presidente del Trento Film Festival Mauro Leveghi, della Fondazione Dolomiti UNESCO e della direttrice responsabile della Magnifica Comunità di Fiemme Beatrice Calamari. Molte le persone incuriosite dall’installazione che, complice la giornata soleggiata, ha visto sciogliersi i cervelli di ghiaccio in poche ore, rendendo ancora più forte l’impatto comunicativo. Lo scopo dello scultore era quello di sottolineare l’importanza e la necessità di una riflessione immediata sul modo in cui ci rapportiamo col nostro pianeta.
Sono oltre 14 milioni gli alberi rimasti schiantati dal vento tra Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, più di 1 milione quelli nella sola Val di Fiemme. Una tempesta furiosa, un’esperienza forte che ha colpito in maniera drammatica la comunità trentina, rendendo inevitabile una riflessione sulla fragilità delle nostre montagne, sulla necessità di vivere il territorio e tutelarlo in tutta la sua bellezza e fragilità.
L’indifferenza è un atteggiamento che adottiamo per difenderci dal dolore, ma che non possiamo permetterci di fronte all’ambiente che ci circonda. E’ infatti proprio l’indifferenza a rendere fragile l’ecosistema, a permettere lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari, a desertificare il nostro futuro.
L’evento è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO (con il contributo del Fondo Comuni Confinanti), il MuSe, lo Ski Center Latemar, il parco Respirart e la Botega dal Pan Betta di Cavalese.
Testo di Valeria Marchiori
Foto di Marco Varrone