Michele Lanzinger, Emanuele Montibeller e Silvano Tagliagambe: un incontro a tre voci sul rapporto tra uomo, arte e natura
Pubblicata il 02/05/2019
Nel confronto con la natura, l’uomo è costretto a fare i conti con la propria fragilità. Un confronto impari che ci fa sentire impotenti e disarmati, come è successo lo scorso ottobre quando la tempesta Vaia ha colpito violentemente i boschi di tutto il nord-est dell’Italia. Un vento a 200 km/h, sette milioni di piante schiantate e il 5% della copertura forestale trentina andata distrutta in poche ore. Un disastro idrogeologico che ha reso inevitabile la riflessione sui preoccupanti cambiamenti climatici che stanno avvenendo a livello globale. Ma è possibile cogliere nuove opportunità da un evento estremamente negativo come il “ventomoto”? E’ a partire da questo interrogativo che il direttore del MuSe Michele Lanzinger, il direttore artistico di “Arte Sella” Emanuele Montibeller e il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe, si sono confrontati in un intenso dialogo a Palazzo Roccabruna.
L’evento, curato dalla SMTC della Trentino School of Management, ha visto le tre personalità affrontare il tema della fragilità umana e ambientale. Una fragilità che può essere trasformata in punto di forza attraverso un comportamento resiliente che ci porti a cogliere innovazione e opportunità anche nei momenti di crisi. «La vera sfida – ha affermato il filosofo Tagliagambe – è quella di saper ricostruire il futuro, accettandone soprattutto la sua imprevedibilità. La cultura occidentale è una cultura che cerca di esorcizzare l’imprevisto e di eliminare ogni riferimento all’incertezza, ma la vera essenza della scienza è mettere in discussione e porre interrogativi. In questo senso scienza e arte sono molto vicine poiché si confrontano con l’infinito e l’indefinito: la natura e l’immaginazione».
«Le immagini del territorio trentino devastato, delle foreste di conifere schiantate al suolo, dei rami spezzati e delle frane di fango – ha continuato il direttore del MuSe – sono il simbolo di quanto è accaduto e sta accadendo, qui ed ora. Occorre tuttavia sottolineare che di fronte a una sequenza di piovosità altissima e a venti mai così forti, il sistema territoriale della nostra regione si è dimostrato estremamente preparato». Il nostro pianeta è un organismo vivente che si ricostruisce, ma l’emergenza è reale e non lascia spazio a comportamenti irresponsabili. Il nostro futuro dipende direttamente dalle nostre scelte ed è per aumentare questa consapevolezza che sono nati i movimenti di Art in Nature, di cui “Arte Sella” è un esempio fondamentale. La rassegna di arte contemporanea si svolge in val di Sella, nel comune di Borgo Valsugana, e risponde al bisogno di ognuno di noi di costruire, rappresentare ed esorcizzare quello che ci circonda.
Può l’arte aiutarci ad interpretare e a comprendere fenomeni disastrosi come quello dello scorso ottobre? «In quanto potente mezzo di confronto con l’inatteso, l’ignoto e l’altro da sé – ha concluso Emanuele Montibeller – l’arte ci aiuta a trovare una nostra personale dimensione di equilibrio. Le conseguenze disastrose della tempesta Vaia hanno fatto sì che non ci riconoscessimo più nei luoghi che abitiamo. In questo contesto l’arte diventa strumento fondamentale attraverso il quale ridefinire i luoghi distrutti e costruire nuove opportunità».
Testo di Valeria Marchiori
Foto di Samuele Mariz