Migliorare le esperienze in montagna attraverso l'utilizzo dei Big Data

Pubblicata il 05/05/2019

Riccardo De Filippi e Alessandro Girardi: la Fondazione Bruno Kessler al Caffè scientifico dell’ultimo giorno di festival


I Big Data sono una grande quantità di dati il cui utilizzo richiede competenze specifiche e tecnologie avanzate, capaci di supportare l’elaborazione di file di dimensioni molto grandi. Oggigiorno le aziende che decidono di applicare l’analisi dei Big Data al proprio business sono sempre di più, ma è possibile utilizzare queste enormi moli di informazioni per rendere più sicuri gli sport di montagna? Per rispondere a questo interrogativo, Riccardo De Filippi (CEO Motorialab) e Alessandro Girardi (Comunicazione FBK) hanno dialogato questa mattina durante il quotidiano appuntamento al Rifugio Moderno della Scienza.

«Gli esempi di utilizzo dei Big Data da parte di aziende che producono prodotti e servizi per la montagna – ha affermato De Filippi – sono moltissimi. L’australiana Original+, ad esempio, utilizza l’intelligenza artificiale per misurare gli indici biometrici degli individui, analizzarne gli stili di sciata e creare scii personalizzati adatti alle abitudini specifiche dei singoli sciatori. L’inglese Carv, invece, ha progettato delle solette digitali da inserire all’interno dello scarpone per conoscere il movimento dello sportivo e cercare di ottimizzarlo tramite suggerimenti personalizzati. Una specie di maestro di sci digitale, che può tornare utile nella riabilitazione dopo un infortunio». Sono progetti innovativi e ambiziosi che hanno come scopo il miglioramento dell’esperienza in montagna e la prevenzione dei rischi. E’ a partire da queste considerazioni, che all’interno della Fondazione Bruno Kessler è nato MotoriaLab.

«Lo sci – ha continuato il ricercatore – è uno sport molto diffuso nel nostro territorio, volevamo che questo progetto fornisse informazioni utili a salvaguardare la sicurezza degli sciatori e aumentare la prevenzione. Ideato nel 2012, MotoriaLab è un progetto che oggi collabora con numerose aziende e opera in ben cinque regioni italiane. Attraverso la raccolta dei dati relativi alla frequenza di infortunio, abbiamo voluto agevolare la messa in sicurezza degli impianti sciistici e creare un metodo utile e ripetibile che aiutasse a comprendere come posizionare meglio le protezioni sulle piste sciistiche più rischiose».

L’appuntamento è stato accompagnato da un aperitivo a cura del Brand Ambassador della Cantina Rotari.

Testo di Valeria Marchiori

Foto di Sara Lattisi