Olimpiadi: all'alba di una nuova era per l'arrampicata sportiva
Pubblicata il 02/09/2020
Sold out per la serata targata Montura al Trento Film Festival, con i grandi campioni dell’arrampicata sportiva Laura Rogora e Adam Ondra. Hanno dialogato con loro Simone Salvagnin e Davide Battistella, moderati da Sandro Filippini, per interrogarsi sul futuro di questo incredibile sport
Un gran numero di appassionati è accorso al Giardino del MUSE, martedì primo settembre, per incontrare due pesi massimi dell’arrampicata sportiva: i campioni Laura Rogora e Adam Ondra, freschi di vittoria alla prima (e forse unica) tappa della Coppa del Mondo della specialità Lead. Con loro l’esplosivo Simone Salvagnin, atleta con disabilità visiva referente per gli atleti paraolimpici della FASI, e Davide Battistella, presidente della FASI stessa, moderati dal giornalista Alessandro Filippini.
Battistella ha espresso tutto il suo orgoglio per l’ottimo piazzamento degli italiani alle Olimpiadi di Tokyo, nel primo anno dell’arrampicata sportiva riconosciuta come sport olimpico, purtroppo rinviate al 2021 a causa del coronavirus. Per Rogora e Ondra, il momento più difficile del lockdown è stato proprio sapere che i giochi non si sarebbero disputati nel 2020, e trovare la motivazione per continuare ad allenarsi nell’incertezza. Tuttavia, entrambi gli atleti hanno reagito alla delusione prendendola come un’opportunità per allenarsi ancora di più, e migliorare nelle specialità in cui si sentono meno pronti. La formula combinata delle tre specialità – difficoltà, boulder e velocità – non convince infatti Adam Ondra, per il quale anche il conteggio dei punti penalizza gli specialisti di una sola o due discipline. In ogni caso, l’obiettivo dei due atleti è quello di allenarsi al meglio per arrivare alle Olimpiadi più in forma che mai.
Anche Simone Salvagnin ha parlato dei suoi propositi per il futuro: il vincitore del primo campionato del mondo di paraclimbing – disputato ad Arco nel 2011 – vuole avvicinare tanti altri ragazzi e ragazze con disabilità all’arrampicata sportiva, per confrontarsi con persone diverse ma soprattutto per sfidare i suoi limiti. Non è il solo: negli anni, il livello dei paraclimber è costantemente aumentato, fino a rivaleggiare con gli atleti senza disabilità. A questo proposito, ha preso in prestito le parole del campione e allenatore Dino Lagni quando ha affermato: “Non c’è limite per gli arrampicatori non vedenti”, per poi sdrammatizzare: “Anche se sicuramente noi non faremo mai una via a vista”.
Anche per Adam Ondra e Laura Rogora l’arrampicata è uno sport inclusivo: riguardo alla differenza di genere, Ondra ha dichiarato che, anche se a livello di pura forza gli atleti uomini saranno sempre un po’ più potenti, le donne compensano con la tecnica e la pratica, che nella difficoltà è l’approccio più efficace. Rogora si è detta d’accordo con la sua visione, e ha rilanciato: “Si pensa che l’arrampicata sia uno sport di forza, che non sia adatto alle ragazze, ma non è affatto così: in alcuni movimenti le donne possono riuscire ancora meglio degli uomini”.
Una serata molto partecipata, per ribadire che l’arrampicata sportiva, anche nei momenti di difficoltà, resiste grazie alla tenacia dei suoi grandi campioni, e continua ad attrarre nuovi atleti che vogliono provare questo fantastico sport.
Testo di Eleonora Forti
Foto di Michele Purin